Attenzione al "medico social"

Il commento

Firenze, 19 gennaio 2016 - "Mi consigliate il vaccino per la meningite?". Oppure: "Quali sono gli effetti collaterali?". E ancora: "Non rientro nella fascia d’età per la quale il vaccino è consigliato, ma voi lo fareste lo stesso?". Tra le mille meraviglie che ci ha portato il web accessibile a tutti, dovunque e comunque, ci sono anche conseguenze perniciose se non devastanti. Tra queste, il “medico da social”, versione XXI secolo del dottore fai-da-te, quello che consultava la Garzantina per stabilire se quello sfogo fosse vaiolo o un po’ di dermatite.

In questi giorni di epidemia toscana, con la meningite che si piazza in testa fra gli argomenti più letti sui portali online, si assiste al deprimente scenario dei commenti di molti, moltissimi utenti che si rivolgono agli “amici di Facebook” anziché al proprio medico di famiglia per stabilire una linea di condotta. Segno di una dilagante sfiducia – nei medici, nei media, nelle case farmaceutiche - ma anche di superficialità di giudizio.

Inutile sottolineare che la minoranza rumorosa è quella composta dai complottisti, che vedono nel vaccino la madre di tutti i mali: tra gli internauti che si improvvisano camici bianchi c’è addirittura chi sostiene che sia proprio la vaccinazione ad aver favorito la diffusione dell’epidemia di meningite. Ogni tanto qualche coraggioso medico che si aggira sui social network prova timidamente a spiegare che è una sciocchezza, rischiando però il linciaggio sulla pubblica piazza (virtuale).

Io, se mi è permesso, al forum dell’infettivologo improvvisato preferisco il parere di quello laureato, come il primario dell'unità operativa malattie infettive dell’ospedale Cisanello di Pisa, che su La Nazione ha spiegato perché, secondo lui, sia necessario vaccinarsi. Poi ognuno scelga in coscienza, ma almeno dopo aver ascoltato qualcuno titolato a parlare.