Mercoledì 24 Aprile 2024

Mattarella: un tweet non fa crescere. "I ragazzi leggano i quotidiani"

Il Presidente benedice l’iniziativa dell’Osservatorio Giovani-Editori

Andrea Ceccherini e il presidente della Repubblica Mattarella (Foto Francesco Ammendola)

Andrea Ceccherini e il presidente della Repubblica Mattarella (Foto Francesco Ammendola)

ROMA, 27 novembre 2015 - NON C’È tweet che tenga. La lettura dei quotidiani resta un imprescindibile esercizio dello spirito critico. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dà la benedizione al quindicesimo compleanno dell’iniziativa ‘Quotidiano in classe’ e coglie l’occasione dell’incontro con una delegazione dell’Osservatorio Giovani-Editori, presieduto da Andrea Ceccherini, per ribadire che il giornale, quello cartaceo, non morirà mai.

Troppo importante è la sua funzione non solo d’informazione, ma di propulsore delle capacità di giudizio e di confronto. Tanto più in questo tempo di moltiplicazione dei media, la lettura, spiega Mattarella a una platea di editori e direttori di testate, insieme con alcuni studenti e insegnanti protagonisti dell’iniziativa, riuniti nella Sala degli Specchi al Quirinale, è un esercizio insostituibile, anche e ulteriormente per la generazione dei nativi digitali. Ad ascoltare le parole del Presidente della Repubblica, Andrea Riffeser Monti, vicepresidente e amministratore delegato della Poligrafici Editoriale, e i direttori dei principali quotidiani d’Italia: da Luciano Fontana del Corriere della Sera a Roberto Napoletano del Sole 24 ore, da Andrea Cangini del Quotidiano Nazionale e del Resto del Carlino a Giancarlo Mazzuca de Il Giorno, da Pierfrancesco De Robertis de La Nazione a Maurizio Cattaneo de L’arena di Verona ad Andrea Monti de La Gazzetta dello Sport.

L’INIZIATIVA ormai raggiunge oltre 2 milioni di studenti, circa l’80% della popolazione scolastica tra i 14 e i 18 anni. «Se siamo qui – tira le somme Andrea Ceccherini – è perché tutti noi crediamo che il binomio più potente di chi vuol cambiare il mondo sia: giovani ed educazione». E il Quotidiano in classe rappresenta una possibilità per «rilanciare in chiave moderna, meno lenta e più rock, la vecchia lezione di educazione civica». L’obiettivo di tutto questo? «Rendere i giovani – conclude – meno spettatori e più attori, meno follower e più leader, meno sudditi e più cittadini». «Le nuove tecnologie offrono nuove opportunità a tutti – è l’analisi del Presidente – ma non credo che cancelleranno quelle vecchie. Non credo che in futuro esisteranno solo immagini, messaggi da 140 caratteri o frasi incompiute: credo che la lettura sarà sempre insostituibile, l’unico strumento che consente di sviluppare una reale capacità critica».

Dunque, «dobbiamo estendere sempre di più, a tutti, la possibilità di conoscenza attraverso i mezzi d’informazione» anche, ha aggiunto il Presidente, a quella «giovane generazione dei nativi digitali, cui certamente io non appartengo», che ha a disposizione una «ricchezza di strumenti che arricchisce la libertà». E i nuovi mezzi di comunicazione servono a realizzare insieme con gli altri la propria libertà, la propria condizione civica e di cittadini. La vostra iniziativa – commenta ancora il Presidente – consente il confronto tra le diverse opinioni e le diverse interpretazioni dei fatti. Questo è un elemento che contribuisce alla funzione educativa della scuola».

LA SCUOLA risponde all’iniziativa Quotidiano in classe con entusiasmo e con numeri in costante ascesa. Al Quirinale hanno voluto dare testimonianza dell’esperienza compiuta la professoressa Silvia Lacomba dell’Istituto Paolo Boselli di Torino e due studenti, Letizia Travaglino, del Liceo Linguistico Bianconi di Monza, ed Emanuele D’Eliseo, del Liceo Classico Dante Alighieri di Ravenna.