di CRISTINA LORENZI

Carrara, 18 giugno 2014 - IMPIEGATO comunale preso con le mani nella marmellata. Un dipendente addetto al controllo delle pese del marmo arrotondava lo stipendio praticando «sconti ad hoc» sulla pesa del marmo. L’uomo è stato denunciato dall’amministrazione comunale alla Procura della Repubblica per aver chiuso troppo spesso un occhio al passaggio di determinati camion «suoi amici». Di fatto l’uomo avrebbe manomesso ripetutamente i tabulati riducendo l’importo del peso di blocchi e informi e quindi delle tariffe dovute al Comune da parte di una stessa azienda di escavazione.

IL PASTICCIACCIO, che certo non fa onore al settore del lapideo che in questo periodo è chiamato a rispondere di troppe cose, ma nemmeno a quello della pubblica amministrazione nel mirino già per altre vicende nazionali e non, è scoppiato in seguito alle varie azioni di controllo contro l’evasione al monte e l’elusione della tassa marmi messe in atto dal Comune. Da qui anche controlli puntuali sui carichi dei camion e delle terre (gli stessi che nei mesi scorsi fecero scattare proteste e blocchi degli autotrasportatori stanchi di continue e ripetute verifiche da parte della polizia municipale) che hanno fatto emergere dati anomali sui tabulati delle pese giornaliere avvenute a Miseglia. I dati e i numeri emersi hanno insospettito chi stava svolgendo le verifiche e comportato approfondimenti e accertamenti nei confronti dell’operato del dipendente che è stato posto sotto la lente di ingrandimento e per il quale è scattato immediatamente il provvedimento disciplinare con il conseguente trasferimento dall’ufficio pese ad altro settore in attesa di un pronunciamento da parte della commissione disciplina. Da lì anche la denuncia in Procura. Con il dipendente in odore di corruzione è stato segnalato anche l’autotasportatore che avrebbe corrotto e con lui il titolare della cava che dall’intera operazione è stata per diverso tempo beneficiata.

Si tratta, va detto, di un caso isolato, che non è certo la punta di un iceberg di un comportamento diffuso fra i dipendenti comunali e gli addetti ai controlli di tasse e balzelli, dal momento che tutte le altre verifiche messe in atto dall’amministrazione non hanno portato ad alcun risultato negativo. Coinvolti nel caso specifico e finiti nei guai insieme all’impiegato che in orari particolari faceva passare sempre il medesimo camionista praticando sconti e falsificando i dati delle pese e dei tabulati, anche il camionista in questione e il titolare dell’impresa di escavazione del monte, responsabile dell’operato dell’autotrasportatore.

MESSO alle strette dalla commissione disciplina, l’impiegato avrebbe confessato di aver falsificato i tabulati perché aveva bisogno di soldi per arrotondare lo stipendio a fine mese. Del tutto all’oscuro della situazione invece il titolare della cava su cui venivano praticati i ripetuti sconti, il quale avrebbe fatto sapere che non si era accorto di niente. La questione, come altre relative al marmo, è adesso nelle mani della Procura di Massa che ha aperto un’inchiesta sul delicato caso. Pare che la tempestività con cui il Comune ha scoperto il giochino abbia ridotto il danno che è stato quantificato in qualche migliaia di euro.