Massa Carrara, 18 aprile 2014 - INIZIERA IL primo ottobre il processo al dottor Ermanno Ghio, il medico di 55 anni accusato di violenza sessuale ai danni delle pazienti che frequentavano l’ambulatorio a Terrarossa in comune di Licciana Nardi. Ieri mattina, in Tribunale a Massa, si è svolta l’udienza preliminare. Assente l’imputato, si sono presentati davanti al giudice Alessandro Trinci, il Pubblico Ministero dottoressa Rossella Soffio e il legale del medico, l’avvocato Massimo Giovanni Gianardi, del foro della Spezia. Fuori dalla piccola aula, il tenente dei carabinieri Rosa Sciarrone, che alla guida del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Massa, ha seguito personalmente tutta l’indagine. Il Pm si è presentato con due fascioli distinti e cinque capi di imputazione.

Due accuse per presunta violenza sessuale e tre presunti episodi di violenza. Tutti i fatti sarebbero avvenuti tra il 2008 e il 2013 (l’ultimo ad agosto dello scorso anno). Sono ragazze e donne mature che hanno sostenuto come durante la visita medica, si sono viste leccare il seno o palpare parti del corpo che non dovevano essere visitate. La battaglia legale si è sviluppata anche sulle date e alla fine il difensore ha segnato alcuni punti a suo favore. Pur rinviando a giudizio l’imputato, il giudice Trinci non ha concesso il luogo a procedere a tre esposti: in pratica altrettante donne hanno presentato denuncia dopo i 90 giorni indicati dalla legge. A sostegno dell’accusa non ci sono solo le parole delle due pazienti che hanno presentato denuncia nei tempi previsti: ci sarebbe anche le testimonianze di altre 10-12 donne. Anche la difesa però è ben preparata. A favore del dottor Ghio ci sarebbero decine di testimonianze, di altrettante donne che sono state visitate nell’ambulatorio dell’associazione di volontario a Terrarossa. Qui il medico ha lavorato oltre 10 anni, da volontario, come senologo, controllando che le pazienti non avessero noduli al seno. In cambio di un piccolo rimborso spese, andava allo studio 6 volte al mese. E la difesa calcola abbia visitato, gratis, ben 1.500 donne all’anno. Tantissime.

Le pazienti all’uscita lasciavano un piccolo obolo a favore dell’associazione: pochi euro di fronte agli 80-100 che sarebbe costata la visita in uno studio medico. Da quando è esploso il caso, l’ambulatorio è chiuso e chi ha paura di avere un tumore al seno, deve andare all’Asl o in uno studio medico. A presiedere l’udienza è stato, nella sua prima uscita «massese», il giudice Alessandro Trinci, 38 anni, fino a pochi giorni fa in servizio presso il Tribunale di Forlì. Il dottor Trinci è stato chiamato a coprire proprio l’incarico di Giudice dell’udienza preliminare. Ieri ha «debuttato» e gli addetti ai lavori che hanno «incrociato» le lame davanti ai suoi occhi, ha già notato che è molto attento sia allo spirito della legge che alla forma. Una curiosità. Il dottor Carlo Del Prato, direttore del dipartimento Emergenza e Accettazione dell’Asl 5 spezzino, in una nota sostiene che l’Asl ligure è estranea al caso: «Non abbiamo alcun medico che lavori in uno studio in Lunigiana e contemporaneamente al Pronto Soccorso della Spezia».
Andrea Luparia