Carrara, 17 aprile 2014 - AVEVA affittato la casa al mare, con tanto di contratto regolare, ad una donna che l’ha trasformata poi in un “bordello”. Neppure a fare le cose perbene, in perfetto stile col personaggio, è servito ad un ex calciatore della Carrarese ad evitare spiecevoli sorprese.
Fabrizio Bobbiesi, colonna della squadra azzurra di Corrado Orrico che negli anni ’80 impartiva lezioni di calcio ovunque, si è trovato, suo malgrado, di fronte ad una situazione imbarazzante. Mai al mondo si sarebbe sognato che il suo appartamento di via Zini, acquistato durante la sua permanenza a Carrara, venisse trasformato in una sorta di casa di appuntamenti. Il blitz dei carabinieri nel centro di Marina di Massa aveva poi interrotto l’alcova e l’inquilina, una portoghese, Duarte De Oliveira, era finita sotto processo per favoreggiamento della prostituzione. Ieri l’epilogo giudiziario davanti al collegio del tribunale presieduto da Giovanni Sgambati (giudici a latere Sara Farini e Elisabetta Congiusta) che ha assolto la donna perché il fatto non sussiste. Il pm Roberta Moramarco aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione. Bobbiesi che in tutta questa vicenda a luci rosse è completamente estraneo, aveva deciso di affittare l’appartamento che utilizzava prevalentemente in estate visto che abita a Pavia. E si era rivolto ad un agente immobiliare dando precise indicazioni e vale a dire stipulare un regolare contratto d’affitto. E difatti le indagini da parte dei carabinieri hanno accertato la correttezza da parte di Bobbiesi, molto conosciuto in zona anche per le sue qualità umane.

DURANTE il processo è saltato fuori che l’inquilina avrebbe esibito un contratto di sub affitto fasullo stipulato cin due ragazze ungheresi che poi avevano pubblicato sui siti di incontri il loro numero di telefono. Il via vai nella tranquilla zona residenziale di Marina di Massa, a due passi dal mare, aveva insospettito gli abitanti e una segnalazione era pervenuta ai carabinieri che hanno subito iniziatio le indagini. Un militare dell’Arma si è spacciato per un cliente e ha individuato l’appartamento degli incontri e quindi assieme ai colleghi ha effettuato diversi appostamenti con l’utilizzo anche di videocamere a raggi infrarossi. Il tribunale, però, non ha ravvisato il reato di favoreggiamento della prostituzione accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Alessio Fini. L’imputata non era in aula al momento della lettura della sentenza di assoluzione.