Massa, 11 aprile 2014 - L’abuso edilizio? Roba del 1982. Da allora però nessuno sembra essersi accorto che quella scala esterna non era stata fatta seguendo il progetto del complesso residenziale da 48 appartamenti. Anzi, all’epoca della costruzione il Comune aveva rilasciato l’abitabilità in base a un (presunto) collaudo. I nodi al pettine sono venuti fuori tutti insieme a distanza di tre decenni, con tanti di richiesta di sanatoria da parte del Comune agli sconcertati proprietari.

Un caso finito dritto dritto davanti alle telecamere della popolare trasmissione «Mi manda Rai tre» condotta da Elsa Di Gati, alla quale si è rivolta Maria Cattani, 68enne di Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia), proprietaria di un appartamento all’interno del centro di quartiere «Ronchi 2000» di via Stradella. Forte della sua 40ennale esperienza in Regione, non si è data per vinta in quello che ritiene una battaglia giusta. «Il complesso — il suo racconto in tv — è stato realizzato nel 1983, una convenzione fra costruttore e Comune lasciava a quest’ultimo alcuni fondi ad uso pubblico».

I nodi sono venuti al pettine nei mesi scorsi quando il Comune di Massa ha sollevato perplessità sulla realizzazione della scala esterna di accesso agli appartamenti. «E’ stata coperta utilizzando la falda del tetto, il progetto non lo prevedeva. Per questo il Comune la ritiene, dopo 30 anni, una volumetria». Da qui la richiesta di sanatoria ai proprietari. «Io ho comprato un appartamento nel 2010 e mi hanno subito parlato del problema».

Forte della lunga esperienza come dipendente della Regione, Maria Cattani è passata la contrattacco. «Il Comune si sveglia ora anni quando è stato lui a concedere l’abitabilità rilasciata dopo un collaudo. Ho fatto una richiesta di accesso agli atti, mi è stato risposto che... la convenzione e il foglio del collaudo non si trovano», come emerso anche dai documenti in trasmissione. E’ stata la stessa Cattani a trovare copia della convenzione alla conservatoria degli atti notarili. Nessuna traccia invece del collaudo. Dopo altre richieste (senza risposta) arriva la mazzata per i 48 proprietari di «Ronchi 2000»: una richiesta di 43mila da parte del Comune per sanare l’abuso edilizio delle scale che, uniti alle spese tecniche, salgono a quota 51mila. «E questo solo per le parti in comune, dovremo pagare anche per le modifiche alle singole case. Io dovrei sborsare 1500 euro, ma non ci penso nemmeno. Di questa storia non abbiamo colpa, darò battaglia fino alla fine». C’è da crederci.

Claudio Masseglia