Massa Carrara, 30 marzo 2014 - IL SESSO non ha età e quando viene meno il rapporto intimo, per causa di forza maggiore, c’è il diritto a farsi riconoscere il danno esistenziale. Anche a chi subisce, in via indiretta, lo stato di difficoltà del partner. La convinzione che l’avvocato Giuseppe Ricciotti ha trasmesso ad un ignaro paramedico 50enne ha trovato pieno accoglimento nella sentenza del giudice di pace Rino Tortorelli che ha calcolato in 20mila euro il risarcimento nei riguardi dell’uomo da parte dell’assicurazione dell’automobilista che aveva investito, sulle strisce pedonali, la moglie. Due anni fa la donna era stata allettata per tre mesi a causa dei postumi delle ferite riportate. Poi si era ripresa, si era rialzata, aveva ricominciato a camminare ma i dolori alla schiena le impediscono ora di affaticarsi oltre il lecito. E il marito si è dovuto adattare: si è messo il grembiule e ha cominciato a cucinare, a fare i lavori di casa, a prendere il carrello della spesa per andare al supermercato.

Una vita stravolta nelle sue abitudini. Più tempo da dedicare alla cura della casa, meno per i viaggi e le vacanze e i rapporti intimi con la moglie. Attività ridotta, anche quella sessuale.
 

E A NULLA sono valse le eccezioni presentate dai legali dell’assicurazione: “A 50 anni anche se si fa l’amore di rado cambia poco”, in parole povere la linea della difesa. “No, non si può considerare l’età nei rapporti di coppia, siano essi sessuali o sociali o di svago”: ecco la tesi che ha suggerito al giudice di concedere il risarcimento. Ed è stato preso in considerazione anche il repentino cambio dello stile di vita del paramedico costretto a limitare pure le uscite in bicicletta con la consorte. “Si tratta di un danno esistenziale, diciamo, in modo indiretto — spiega l’avvocato Ricciotti — perché la relazione di coppia è stata compromessa a seguito dell’incidente, non solo per l’aspetto sessuale ma anche per la vita di tutti i giorni. Il marito che ha un lavoro impegnativo, si è visto costretto a rinunciare a situazioni di benessere che altrimenti avrebbe condotto. Insomma, fa colpo un po’ l’aspetto del sesso, però mi preme sottolineare che è stato altrettanto importante fal valere il peso dei disagi nelle cose quotidiane.

RINUNCIARE ad una gita, ad un viaggio, ad uno nuotata salutare d’estate, tanto per fare qualche esempio pratico, è del resto una privazione per fatti indipendenti dalla volontà della coppia”.
Nelle motivazioni della sentenza il giudice Tortorelli rileva che le lesioni riportate dalla donna sono tali da impedirle quelle attività relazionali insieme al marito, viaggi, vacanze, andare in bicicletta, fare sport assieme ed è compromessa la sfera sessuale della coppia. Il marito deve fare le faccende domestiche, fare la spesa, le pulizie della casa, preparare il cibo.
Guido Baccicalupi