Massa Carrara, 19 febbraio 2013 - Il difensore civico regionale, Lucia Franchini, adesso vuole vederci chiaro sulla questione cave, marmettola e rifiuti industriali. A seguito degli articoli pubblicati sulle nostre pagine a settembre, quando le piogge abbondanti avevano riempito nuovamente di marmettola l’acqua del Frigido, gli uffici del Difensore civico avevano inviato una richiesta di chiarimento al dipartimento di Massa Carrara dell’Arpat e al dirigente del settore ambientale del Comune di Massa. Un fascicolo aperto d’ufficio per fare luce sul fenomeno degli scarti della lavorazione del marmo (marmettola). Nel mirino del difensore civico gli agri marmiferi nelle vicinanze di Casette.
A rispondere nell’immediato è stato soltanto il dipartimento provinciale di Arpat con un documento che è una vera “sentenza” sul sistema cave a Massa. Arpat infatti ha inviato agli uffici del difensore civico regionale l’esito dell’ispezione effettuata il 16 ottobre dai tecnici del dipartimento agli affluenti del fiume Frigido nella zona di “Poggio Piastrone” per verificare e documentare le segnalazioni ricevute da Nicola Cavazzuti e Franca Leverotti sugli intorbidamenti che si manifestano nel fiume Frigido. I tecnici di Arpat hanno verificato nel dettaglio il Fosso della Rocchetta, a monte dell’acquedotto del Cartaro nel quale è stata riscontrata una notevole quantità di sedimenti di origine lapidea, e il canale in località Madonna del Cavatore, nel quale sono stati ritrovate ancora tracce di lavorazione del marmo.
L’analisi è spietata: l’apporto di marmettola è chiaramente identificabile con i ravaneti collegati alle lavorazioni soprastanti che ostruiscono completamente i canali. In tutta la zona Arpat ha verificato anche la presenza di vari rifiuti ababndonati. Insomma un disastro ambientale quello descritto da Arpat che ha anche intimato agli enti preposti di intervenire affinchè vengano realizzate in tempi rapidi, opere di regimazione, contenimento e trattamento delle acque meteoriche dilavanti le zone sovrastanti il Fosso della Rocchetta ed il Fosso della Madonna del Cavatore. Arpat intima anche di impedire l’ulteriore ampliamento dei ravaneti e chiede che si provveda alla loro rimozione per eliminare la fonte di inquinamento delle acque. Richieste che Arpat ha avanza al Comune di Massa, alla Provincia e al Parco delle Alpi Apuane. Ma preoccupante è il fatto che la stessa Arpat abbia inviato gli esiti dell’ispezione anche all’Asl1 di Massa Carrara: la motivazione è la vicinanza dell’impianto di trattamento delle acque potabili del Cartaro.
Francesco Scolaro
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