Massa Carrara, 23 gennaio 2014 - LA PICCOLA Anna (il nome è di fantasia) aveva solo 11 anni quando il miglior amico di suo padre l’ha molestata mettendole le mani sotto il vestitino e toccandole le parti intime. E forse non è accaduto solo una volta. Lei lo scrisse sul diario ma non lo disse ai genitori. Poi raccontò tutta ad una sua amica. E quest’ultima, di soli 13 anni, per fortuna ne parlò con la mamma. Quest’ultima non perse tempo. Corse subito a raccontarlo alla mamma della piccola Anna. Solo allora la donna andò a leggere il diario della figlia ed ebbe la prova. Superato lo choc, prima chiamò il falso amico di famiglia intimandogli di non farsi più vedere, poi telefonò al marito, da cui si stava separando, per decidere insieme cosa fare ancora.

E qui accade qualcosa di abbastanza strano. Il padre di due bambine (Anna e una sorellina) non solo decise di non fare nulla, ma preferì mettere tutto a tacere. «Tanto abbiamo allontanato il problema — sembra abbia detto — chiudiamo tutto qui». A quanto pare i due uomini erano amici di famiglia. Questa storia terribile, accaduta nel 2004 in Lunigiana, è venuta alla luce ieri mattina in Tribunale a Massa. Davanti al giudice Giovanni Sgambati e al Pm Alessandra Conforti c’erano i due legali (un maschio e una femmina) che difendono l’imputato e l’avvocato Paolo di Martino, che rappresenta la parte civile. Sedute tra il pubblico, una accanto a l’altra per farsi coraggio, quattro donne. Tra queste anche la sorellina di Anna, che non venne molestata ma vide tante, troppe cose (le due bimbe erano nella stessa cameretta, quando l’uomo veniva a «salutare» la piccola Anna). La tensione della ragazza era visibile: il corpo rigido, le mani tormentate con le dita in continuo movimento.

Tanto che alla fine la madre, anch’essa tesissima, quasi a consolarla le ha accarezzata a lungo la mano destra. Un segno di affetto, per calmare una giovane donna che sentendo il racconto del testimone, era probabilmente tornata indietro di 10 anni. L’imputato è un graduato della Marina militare italiana, che allora era in servizio all’ospedale militare alla Spezia. Un personaggio che ha già frequentato il Tribunale. In passato, infatti, è stato accusato di possesso di foto pedo-pornografiche. Ha patteggiato. Ieri mattina, durante il dibattimento, è venuto fuori un particolare inquietante. Lo scorso anno, durante una manifestazione svoltasi ad Aulla, l’uomo è stato trovato sotto la tenda che fungeva da spogliatoio per i bambini. E a quanto sembra per allontanarlo gli organizzatori sono dovuti ricorrere alle «cattive». Alla fine dell’udienza il giudice Sgambati ha fissato due udienze, una a marzo per ascoltare Anna (che attualmente vive fuori provincia), e una successiva per ascoltare altri testimoni. Ma dopo 10 anni c’è il rischio della prescrizione. E la lista dei testimoni presentata dalla difesa è piuttosto nutrita...
Andrea Luparia