Massa, 26 settembre 2013 - ERMANNO Giannetti, 54 anni, di Fivizzano, ex direttore amministrativo (2006-2010) dell'Asl massese, e già responsabile unico della gestione liquidatoria delle Asl Lunigiana e Massa e Carrara, è stato condannato dalla Corte dei Conti (presidente Pezzella, consigliere relatore Greco, consigliere Bax) a rifondere all'Azienda sanitaria 1 di Massa 1 milione 665mila 493,65 euro per danno erariale, in seguito al clamoroso buco di bilancio dell'Asl e di episodi di peculato. La stessa corte ha 'risparmiato' a Giannetti il risarcimento del danno all'immagine, dichiarando improcedibile la domanda in tal senso avanzata dalla procura regionale.

Al termine del dibattimento (Giannetti, reo confesso davanti alla magistratura ordinaria, nel procedimento penale, non si è neppure costituito in giudizio) il viceprocuratore contabile Acheropita Mondera Oranges aveva richiesto, a carico di Giannetti, un risarcimento all'Asl massese, come danno patrimoniale diretto, pari a 1.895.617,06 di cui 200mila appunto come danno all'immagine della struttura sanitaria. 

Giannetti fu arrestato il 23 maggio 2012 coi due direttori generali Delvino e Scarafuggi con l'accusa di aver distratto a fini personali, tra il 2001 e il 2006, 1.472.937,06 euro. Nei confronti di Giannetti _ messo alle corde da prove inoppugnabili e reo confesso in 5 interrogatori dinanzi al pm di Massa Alberto Lo Iacono _ erano stati da tempo disposti dalle procure _ penale e contabile _ sequestri conservativi di beni di lusso, per rivalersi delle somme distratte: orologi Rolex, case, gioielli, auto sportive, levrieri di razza purissima.
E' per <investire> in queste passioni che il manager ha dato fondo a risorse pubbliche. Giannetti aveva studiato una tecnica per 'stornare' a suo favore il denaro proveniente dalla 'Gestione stralcio'. «I fondi distratti dal conto corrente intestato all'Usl 1 di Massa-Bankitalia (gestione ordinaria aziendale) — scrive il pm — transitavano a un conto intestato alla Usl 2-Unità diverse: una gestione contabile separata di cui Giannetti aveva l'esclusiva responsabilità e supervisione».

Ricevuti i fondi, Giannetti «dava disposizione all'Istituto di credito tesoriere di emettere assegni circolari in favore di terzi». Ricostruiti i flussi carsici di denaro in ben 333 assegni circolari per 1.371.197 (più altri fondi, totale 1.695.617,06) incassati da «beneficiari» che non avevano crediti verso l'Asl. Come copertura venivano approntati falsi ordinativi di pagamento fatture false, o sovraffatturazioni per lavori non effettuati, o inesistenti. Come scoperto dalla Guardia di Finanza: le prestazioni richiamate in alcune fatture, emesse da una società nei confronti dell’Asl, relative alla realizzazione di lavori di sistemazione dell’area esterna dell’Ospedale Civile di Fivizzano ed a lavori per la costruzione della fondazione “Don Carlo Gnocchi”, non sono state realizzate. E i documenti fiscali riguardavano operazioni inesistenti. Evidente, secondo la procura contabile, il nesso causale fra comportamento di Giannetti e danno erariale.