Massa Carrara, 3 giugno 2013 - E’ SCONTRO nel settore delle energie rinnovabili fra le imprese di installazione e il governo, e il motivo del contendere è da individuare nel decreto legislativo 28 del 2011: il decreto, che recepisce una direttiva europea e ha lo scopo di incentivare l’uso delle energie rinnovabili, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede infatti l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche.

La conseguenza è che decine di installatori di impianti potrebbero ritrovarsi all’improvviso “cancellati” dalla legge, “esodati” a partire dal primo agosto, così come potrebbero essere costrette a sparire dal mercato decine di imprese di installazione impianti sul territorio provinciale. In pratica, agli operatori in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro si negherebbe sia il riconoscimento della qualificazione professionale acquisita e imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento.
 

PER LA NUOVA normativa insomma è come se non esistessero. Gli impiantisti di Confartigianato si stanno battendo da tempo contro le disposizioni del decreto legislativo ma finora le richieste di chiarimento e di modifica sono rimaste senza risposta. «Nell’attuale momento di crisi una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori — sottolinea Stefano Giannoni, presidente degli impiantisti Confartigianato —. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili. Il Governo ed il Parlamento devono garantire a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nel settore delle energie rinnovabili». «Riteniamo evidente — prosegue Giannoni — la lesione del principio comunitario di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta in riferimento al problema dell’esclusione dei “responsabili tecnici” dalla possibilità di continuare ad operare nel settore delle rinnovabili. Una simile riduzione del numero dei concorrenti nel mercato non potrà che determinare il sorgere o il consolidarsi di posizioni dominanti». Se non venisse fatta chiarezza, secondo l’associazione, potrebbero verificarsi casi paradossali, come un responsabile tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell’entrata in vigore dei nuovi requisiti.