di CLAUDIO LAUDANNA
 

Carrara, 9 gennaio 2013 - L PARCO delle Apuane non tutela le nostre montagne. Così si rischia di vederle scomparire». E’ un grido d’accusa che non lascia spazio a fraitendimenti quello lanciato da Italia Nostra che inaugura il 2013 tornando a chiedere maggiori tutele per nostre Alpi e, di conseguenza, maggiori limiti all’escavazione del marmo.

 

«Siamo di fronte a uno scempio premeditato fin da prima dell’istituzione del parco — spiega il presidente della sezione Apuo lunense, Mario Venutelli —. Non a caso la protezione integrale delle montagne parte da 1.500 metri, quando le Apuane arrivano al massimo a 1.945 metri. La protezione reale quindi è estesa a una minimissima parte del territorio e questo si è probabilmente voluto per devastarlo impunemente al di sotto di 1.500 metri di altezza, trasformando così, in prospettiva, la forma delle montagne in calanchi con una pietra in cima. Questi sono gli inconvenienti dei parchi regionali che risentono troppo delle clientele politiche locali: un parco nazionale in questo senso è molto meno vulnerabile. Come se non bastasse — aggiunge — di fatto tutte le cave sono state estrapolate dai confini del parco che, di conseguenza, non ha nessuna voce in capitolo. La speranza è che prima o poi tutto questo sfascio finisca. Ma ho paura che, se le cose continuano ad andare come ora, alle future generazioni di quelle meravigliose Alpi che amiamo resterà ben poco».
 


ITALIA NOSTRA indica la strada de seguire per porre fine a questa situazione in un diverso approccio verso tutto ciò che ha a che fare con la vita della montagna e invita i cittadini a tornare protagonisti delle scelte che li riguardano. «Servirebbe — sottolinea Venutelli — una vera e propria rivoluzione copernicana che rovesci l’attuale piramide. Occorrerebbe che i cittadini, proprietari delle cave tornino a essere protagonisti. In quest’ottica speriamo che si aprano degli spiragli con la nuova legge regionale e, per quanto riguarda Carrara, con le modifiche al regolamento degli agri marmiferi che, di fatto non è mai stato applicato fin dalla sua entrata in vigore sotto la giunta Fazzi».
 


IN ATTESA di vedere cosa succederà in futuro e se, realmente, qualcosa cambierà per quanto riguarda la tutela delle montagne, Italia Nostra lancia anche un allarme riguardo una delle vette che sovrastano Carrara, quella del Serrone che, secondo gli ambientalisti, rischierebbe ora di scomparire. «Questa cima della Apuane — sottolinea sempre Venutelli — che ha la caratteristica di assomigliare al Cervino, sta per essere distrutta dall’estrazione del marmo. Basta confrontare delle vecchie foto con quelle di come è ora. C’è una legge che vieta la distruzione delle cime delle montagne, sarebbe il caso di farla rispettare. Da tempo in questa montagna il sottoscritto e il poeta Enzo Marco abbiamo “scoperto” ed evidenziato come questa vetta vista dal Viale XX Settembre all’altezza di Fossola- sembra richiamare la sagoma della “Pietà” di Michelangelo: chissà che non se ne sia accorto anche il grande artista e da questa abbia preso ispirazione».