Massa Carrara, 3 dicembre 2012 - C’È UN ALTRO indagato nell’ambito del terremoto giudiziario causato dall’inchiesta sul maxi buco dell’Asl 1 di Massa Carrara e che ha coinvolto i vertici della Regione. Oltre al governatore Enrico Rossi, alla dirigente regionale Carla Donati e al superconsulente Niccolò Persiani, raggiunti nei giorni scorsi da un invito a comparire e indagati per falso ideologico, la procura ha iscritto un nuovo nome con la stessa ipotesi di reato. Un altro funzionario della Regione o dell’Asl 1? «Non posso dire niente»: ha ribadito ancora una volta ieri sera il procuratore capo Aldo Giubilaro. E il riserbo potrebbe essere il preludio ad altri clamorosi sviluppi dell’indagine che appariva delineata con i primi tre arresti del maggio scorso a carico degli ex direttori generali Alessandro Scarafuggi e Antonio Delvino e dell’ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti. La procura è convinta che i vertici della Regione sapessero della voragine di debiti (225 milioni) occultata. Rossi comparirà davanti ai pm nel fine settimana. Il presidente è tirato in ballo da Giannetti e dall’ex direttore generale Delvino. Quest’ultimo, in una conversazione intercettata, risponde alla domanda dell’interlocutore se e come il governatore può addossargli la responsabilità per il dissesto dell’Asl. Delvino dice: «nella migliore delle ipotesi» il presidente della Regione potrebbe dimostrare che l’«ufficio» durante mia direzione, eseguì un movimento «non corretto per 20 milioni di euro».

ROSSI contrattacca che è stato lui tra i primi governatori a volere la certificazione dei bilanci e che le accuse sono frutto solo di una strategia mirata per scaricare le responsabilità. Il suo avvocato Gaetano Viciconte aggiunge: «Chiariremo col magistrato il comportamento esemplare del governatore che ha dato il via lui all’indagine quando si è accorto del maxi buco». Giannetti, in un interrogatorio in procura, aveva anche paventato un presunto finanziamento illecito per la campagna elettorale del governatore. Accuse che però non hanno trovato alcun riscontro. Giannetti raccontò che vennero affidati lavori per la manutenzione del patrimonio immobiliare dell’Asl di Massa a un impresario edile di Figline che aveva una casa nello stesso palazzo in cui ne aveva un’altra il governatore. «La ditta fatturava ogni sei mesi un milione e mezzo di euro — spiegò Giannetti — e di fronte a ritardi nei pagamenti l’impresario disse “se non mi date i soldi mi rivolgo ad Enrico”. Dopo fui chiamato da Ledo Gori (completamente estraneo all’inchiesta ndr) che era l’uomo di fiducia della segreteria dell’allora assessore Rossi il quale con toni garbati mi fece capire che Rossi chiedeva di non ritardare i pagamenti. L’impresario a marzo 2010, venne nel mio ufficio con una una busta che, a suo dire, conteneva dei soldi chiedendomi di portarli in Regione e consegnarla alla segreteria dell’assessore Rossi ed aggiungendo che si trattava di soldi che dovevano servire per finanziare, in nero, la campagna elettorale di Rossi alla presidenza della Regione. Io rifiutai invitandolo a versare il presunto finanziamento sul conto corrente per la campagna elettorale; lui replicò che intendeva finanziare gli interessi elettorali di Rossi in modo non dichiarato al fisco».

UN RUOLO chiave dell’inchiesta sembra rivestirlo il professor Persiani, consulente della Regione per lo studio dei bilanci. Persiani, intercettato dai finanzieri, si prodiga per recuperare le fotocopie della lettera di invito, in via del tutto confidenziale, e del relativo bando di gara indetto dall’Estav, l’ente per i servizi tecnico amministrativi della Regione per l’affidamento dei servizi di revisione contabile all’Asl 12 di Viareggio poi esteso anche all’Asl di Massa. La gara di appalto fu poi vinta dalla Deloitte che ha certificato i bilanci sotto inchiesta.

di Guido Baccicalupi