Massa, 29 novembre 2012 - Ermanno Giannetti, ex direttore amministrativo dell'Asl di Massa Carrara, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi con rito abbreviato. Giannetti era in carcere dal maggio scorso per l'inchiesta sul maxi buco da oltre 200 milioni di euro: secondo l'accusa avrebbe emesso falsi mandati di pagamento per oltre 1 milione di euro a favore di creditori dell'Asl 1 per poi intascare lui i soldi.

 

Giannetti ha scelto il rito abbreviato solo per l'accusa di peculato, mentre per l'altra accusa di falso in bilancio, che gli è contestata per gli anni 2004 e 2005 insieme agli ex direttori generali della stessa Asl di Massa Carrara, Alessandro Scarafuggi (in carica dal 2002 al 2007) ed Antonio Delvino (2007-2010), Giannetti, in carica dal 2007 al 2010, ha scelto il rito ordinario, sostenendo la sua innocenza.


L'ACCUSA DI PECULATO - Quanto al peculato dall'inchiesta è emerso che Giannetti emetteva falsi mandati di pagamento a persone e società di sua conoscenza simulando incarichi e lavori mai svolti; in altri casi, invece, usava fatture gonfiate per prestazioni che comunque c'erano state. Oltre ad intascarsi i soldi - così è emerso dalle indagini - l'ex direttore amministrativo della Asl avrebbe acquistato orologi rolex, auto di lusso e cani di razza, tipo levrieri.


L'INCHIESTA - L'inchiesta sulla Asl 1 di Massa era scaturita da una denuncia presentata alla procura dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi il 20 ottobre 2010, pochi giorni dopo la scoperta di un 'buco' di bilancio che all'epoca fu stimato inizialmente in circa 60 milioni di euro. Le successive indagini della guardia di finanza appurarono un dissesto finanziario più pesante, fino oltre 244 milioni di euro maturato in più anni di gestione, dal 2005 al 2009. Attualmente, ultime stime che emergono dalle indagini coordinate dal pm Alberto Dello Iacono, portano a quantificare il 'buco' addirittura oltre i 400 milioni. L'inchiesta verte sulle gestioni della Asl apuana dal 2005 al 2009, periodo al quale si riferiscono i 60.000 mandati di pagamento 'spulciati' dagli inquirenti. Sempre secondo gli investigatori, le stesse irregolarità sono state compiute nella Asl di Massa sin dalla fine degli anni '90 con un danno economico che al momento non sembra possibile determinare.