Carrara, 6 ottobre 2012 - Dopo 40 anni una nuova nascita in casa nel centro storico. Erano le 10,30 del mattino, via Santa Maria è in fermento: la folla sorride, qualcuno applaude, tutti guardano su, verso il numero uno della Salita Repetti, c’è un ambulanza, ma nessun malato: è nato Gabriele.

E’ venuto al mondo poco prima delle nove, senza che nessuno, nè i parenti e gli amici, ma nemmeno il padre e, addirittura, neanche la madre, se lo aspettassero. Lei, Alessandra D’Aietti, 36 anni, insegnante di filosofia al liceo artistico, attendeva l’arrivo di Gabriele per l’otto di ottobre: ieri, già verso le quattro, i primi doloretti, poi trasformatisi in contrazioni: «Fino all’ ultimo — spiega il padre Giorgio De Rito, 38 anni, insegnante di elettronica all’ Iti di Avenza — pensavamo fossimo i soliti dolori del mattino, Alessandra ne aveva spesso». Poi, però, alle nove lo chiamano per accorrere a casa: sua moglie ha partorito.

«Le ultime ore le ha trascorse più o meno tranquillamente a letto — spiega De Rito — ma il parto vero e proprio è stato in bagno». Deve aver scelto, Alessandra, quella che ormai molti ginecologi sono d’accordo nel ritenere la posizione migliore per il parto, che non sarebbe affatto, come avviene in ospedale, da sdraiati. Tanto è vero che, guidata semplicemente dall’istinto, senza l’ausilio di attrezzature ospedaliere, la partoriente ha trovato, da sola, il modo più comodo e meno doloroso, per dare alla luce il suo secondo genito. Alessandra e Giorgio hanno già un figlio di quattro anni, Dante, che, come tutti, ha appreso la notizia con gioia. «Appena arrivato a casa — spiega il novello padre — ho fatto in tempo a chiamare il 118: sono arrivati immediatamente, assieme all’ostetrica, che ha aiutato Alessandra durante gli ultimi momenti».
 

Nascere in casa a Carrara, di questi tempi, significa assicurarsi l’unica possibilità di nascere davvero «carrarini» e infatti, pare che le prime parole della neo-mamma, siano state: «Ora, sul suo codice fiscale, ci voglio scritto B832» numero che identifica, appunto, l’appartenenza alla nostra città. Quella di Alessandra e Giorgio è una bella coppia, nata con la complicità della musica: entrambi suonano nel gruppo «Antica rumeria»: fisarmonica lui, percussioni lei.

De Rito è piuttosto conosciuto, specie tra i giovani della città, per diversi motivi: ha lavorato con Arci, realizzato un film sul Politeama, faceva parte del gruppo satirico «La cava dei potenti» che, qualche anno fa, nelle sere del «Fuori porta» ci andava giù pesante con vizi e vizietti dei potenti di casa nostra, si occupa di laboratori di musica. Molti erano i giovani entusiasti, lì davanti alla casa di Alessandra e Giorgio e poco più avanti, qualche anziano incredulo gridava alla folla: «I è nat’ un ninin ’n ca’!»: sembravano tornati i tempi andati.
Stefania Grassi