Pontremoli, 10 giugno 2012 - Cinque bambini di prima elementare bocciati. Questa la clamorosa sentenza degli scrutini dell’Istituto comprensivo «Giulio Tifoni» di Pontremoli, destinata a far discutere e non solo nello stretto ambito provinciale. Grande lo stupore dei genitori dei bambini all’uscita dei risultati degli scrutini: due bimbi italiani (tra cui un disabile) e tre stranieri i bambini delle due prime che a settembre si ritroveranno a ripetere l’anno scolastico, cominciando così nuovamente il loro percorso.

Il tutto, giusto ricordarlo, a soli sei anni. Un bilancio pesante dopo un anno passato tra polemiche e diverse discussioni, culminate con una diffida e un ricorso, vinto dai genitori, al Tar della Toscana per l’ormai famosa questione delle classi-pollaio.

I genitori però non vogliono arrendersi a quella che definiscono un’autentica ingiustizia. «Non riteniamo imputabile ciò alla mancanza di professionalità dei docenti — hanno dichiarato alcuni genitori dopo essere stati messi al corrente delle bocciature — piuttosto puntiamo all’impossibilità di seguire con attenzione necessaria trenta bambini tra i cinque e i sei anni, ciascuno con la propria capacità di apprendimento». Una decisione che susciterà ancora molti contrasti visto che nelle intenzioni dei genitori pare ci sia addirittura una «class - action» che consisterebbe in un atto contro il Ministero dell’Istruzione e i dirigenti preposti per ottenere, se previsti, anche risarcimenti a livello esistenziale.

Una questione quella delle classi pollaio che da diverso tempo sta tenendo banco in via IV Novembre e che pare, secondo i genitori, si riproporrà anche l’anno prossimo. «Dopo una prima richiesta di accesso agli atti, che sarà formulata nei prossimi giorni e che verificherà la programmazione per la formazione di due nuove classi prime di 29 alunni ciascuna, anche i genitori dei nuovi primini valuteranno se ricorrere al Tar in tempo utile però questa volta, per evitare i danni». Una questione senza fine, che vede coinvolti i due ambiti più importanti per la formazione di un bambino: famiglia e scuola.

«Quello che viene effettuato è sicuramente il risultato di valutazioni ponderate da scuola e spesso anche famiglia — la replica del sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini, a sua volta dirigente scolastico in istituti di un altro comune — la bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione. Le classi-pollaio? Sono certa che questo non c’entri, ci sono sempre state classi molto numerose. I bambini vivono in maniera forte le dichiarazioni dei genitori e alla fine gli unici a rimetterci saranno proprio loro. È ora di ridare alla scuola la sua priorità e riconoscere la sua finalità principale: quella formativa». La scuola, anche se ormai terminata, continua a far scaldare gli animi. E non certo colpa dell’arrivo dell’estate.

Manuela Ribolla