Massa, 23 maggio 2012 - Eternit: l’amministrazione comunale tiene il fiato sul collo dei privati ma c’è un immobile pubblico sul cui tetto restano in brutta vista, apparentemente senza conseguenze, vecchie lastre di fibrocementoamianto. E’ l’ex segheria della Concia, a Borgo del Ponte, già sede del centro sociale La Comune, acquistata dalla Provincia perché il Comune ne facesse, col Piuss, centro di aggregazione giovanile. Sul problema torna per l’ennesima volta l’ingegner Carlo Milani che, se perdurasse l’inerzia delle istituzioni valuterà una denuncia alla Procura.

Il 24 ottobre 2011, infatti, con determinazione 4409 del dirigente del settore ambiente, il Comune ordinava alla Provincia il monitoraggio del fibrocementoamianto alla Concia e di produrre entro 30 giorni documentazione sullo stato di conservazione delle lastre. «Ad oggi — spiega Milani — non risulta, salvo errore, che la Provincia abbia provveduto e non risulta che il Comune abbia dato seguito alla propria ordinanza».

Sempre sulla Concia, il Comune aveva inoltre ordinato alla Provincia, con determinazione 512 dell’1 febbraio 2012 del dirigente del settore edilizia, di provvedere entro 45 giorni alla chiusura degli accessi ai fabbricati, alla recinzione dell’area di proprietà lungo il perimetro di via Concia, di provvedere alla rimozione di tutti i rifiuti perché, scrivevano i tecnici comunali, “l’area è al momento accessibile da chiunque non essendo recintata; i fabbricati sono accessibili da chiunque (...) e si presentano in condizioni igienico sanitarie pessime con rifiuti di ogni genere”.

Anche per questo, «a tutt’oggi — racconta Milani — pur essendo trascorsi mesi dalla data di scadenza dell’ordinanza lo stato di abbandono e degrado, già vergognoso, è addirittura peggiorato, non avendo la Provincia effettuato il benché minimo lavoro di bonifica e messa in sicurezza, nonostante innumerevoli proteste e segnalazioni di cittadini e nonostante le ordinanze comunali. Nell’area campeggiano addirittura carcasse di auto e un camioncino carico di computer e televisori».

Conclude Milani: «Non mi risulta che neppure il Comune di Massa abbia intrapreso, nonostante questa situazione intollerabile, alcuna azione volta a far rispettare le due ordinanze e me ne sfugge completamente la ragione. E’ ovvio che in mancanza di una risposta rapida e chiara, e soprattutto di provvedimenti concreti, saremo ben presto costretti, in seguito all’inerzia delle istituzioni, a una denuncia alla Procura affinché verifichi le omissioni e le violazioni di legge».

A.Pu.