— MASSA —
Hanno messo le carte in tavola, con una iniziativa che non ha precedenti a Massa. Ora la politica, ma anche la città, potranno dire come la pensano sul futuro di un’area chiave della nostra costa. E scegliere da che parte stare. Si tratta del progetto di riutilizzo delle ex colonie Torino ed Olivetti, presentato pubblicamente ieri mattina alla Turimar dal presidente della società Achille Pardini, 80 anni splendidamente portati, memoria storica di tante occasioni che il nostro territorio ha perso. E’ lui il portavoce di Turimar srl: 76% Asi (a sua volta posseduta dalle famiglie carraresi Bogazzi e Conti), 20% Schiaffino e il resto piccole partecipazioni (tra cui i Bienaimè). Ampia la platea: amministratori, politici, rappresentati di istituzioni e associazioni ma anche semplici cittadini. Oltre, ovvio, ai volti noti delle famiglie azioniste.


Il messaggio che Pardini ha lanciato, illustrando il Piano attuativo di iniziativa privata depositato in Comune il 22 marzo, è chiaro. L’ostello Turimar, che pure ha salvato dall’abbandono le due ex colonie, ha i mesi contati: le presenze sono in calo e con questo tipo di offerta turistica non si riesce più a coprire i mutui contratti per l’acquisto e la prima ristrutturazione. L’ostello chiuderà. O si torna al degrado degli anni ’80 o si tenta un progetto di offerta turistica radicalmente diverso capace di rappresentare «il riscatto urbanistico, paesaggistico e ambientale del litorale di ponente». Ma il tempo stringe: al massimo entro ottobre le istituzioni devono dare una risposta chiara, la certezza che sia possibile agire, per poter fare i piani finanziari garantendo anche il debito pregresso.


L’obiezione è ovvia: su disposizione di Regione e Provincia, deve essere sottoposta a nuova pubblicazion proprio la previsione di Piano strutturale sulle colonie, introdotta — come ha confermato ieri il sindaco Roberto Pucci nel suo intervento — tra la fase dell’adozione e quella dell’approvazione. E i tempi saranno lunghi. Troppo lunghi. «E’ un problema vero — ha replicato l’architetto Mauro Traverso della Multistudio di Genova, a cui Turimar ha affidato la stesura del Piano attuativo — ma con l’aiuto di Comune, Provincia e Regione si può risolvere». Perché la normativa nazionale e la legge regionale toscana 35/2011 offrono gli strumenti, ha confermato Pucci.

 

In sintesi, ecco il progetto urbanistico e architettonico per le due ex colonie, illustrato con orgoglio dall’architetto Traverso. Il Piano attuativo prevede l’utilizzo solo della superfice esistente nel rispetto delle architetture storiche. Il 75% dei volumi avrà funzioni ricettive e connesse, meno del 25% sarà residenziale. Nei sei edifici Torino saranno realizzati l’albergo a 4 stelle da 120 posti letto (6300 mq), con Spa e fitness (3900 mq) e piscina (nell’attuale salone al piano terra), ristoranti, bar e negozi (1226 mq fronte mare). Gli ultimi due piani del blocco Torino fronte mare, per 4700 mq, diventeranno appartamenti, con giardinetti sui tetti utili anche per l’isolamento termico. Gli edifici interni avranno sui tetti pannelli fotovoltaici. La Olivetti ospiterà terziario e case vacanze (3500 mq) vincolate per 10 anni a usi ricettivi: «Potranno servire anche per il vicino ospedale in costruzione». Alti gli standard urbanistici: gli 8500 metri quadrati di pineta storica lungo via delle Pinete saranno parco a uso pubblico mentre il parcheggio pertinenziale, 7mila mq, sarà interrato, a un solo piano, nell’area centrale tra i blocchi della Torino. «La nostra ambizione è creare un complesso in classe energetica A, quasi autosufficiente», ha concluso Traversi.

Anna Pucci