Massa Carrara, 21 settembre 2011 - Strano, a crederci, ma talvolta i miracoli avvengono davvero. Il giudice del tribunale ha dato torto alle grandi banche e ragione ai titolari di una ditta locale. Gli istituti di credito sono stati condannati a risarcirli di ben 16,4 milioni di euro.

Ecco la storia: La ditta 'Dazzi Pietro fu Enrico' nel 1999 avrebbe dovuto fornire i marmi per realizzare a Bagdad una delle moschee più grandi del mondo. Una commessa da 50 milioni di euro che non andò poi in porto per la Guerra del golfo. L'azienda fallì: si era esposta troppo con le banche.

''Il successivo embargo con l'Iraq - ha spiegato l'avvocato Giancarlo Lattanzi che ha curato la causa civile - aveva costretto l'azienda a richiedere un pignoramento presso terzi interessando le due banche dove si pensava vi fossero depositati fondi riconducibili allo stato dell'Iraq. Bisognava ottenere 17 milioni di dollari, una prima tranche del contratto. Le due banche dichiararono davanti al giudice di non avere somme riconducibili a Bagdad ma in seguito il ctu nominato dal tribunale di Massa trovò i soldi. Purtroppo era troppo tardi, perché la Dazzi, nel frattempo, era fallita".
 

La sentenza è stata emessa dal giudice civile Antonella Dragotto del tribunale di Massa ed è stata resa nota dai legali dell'imprenditore carrarese Paolo Dazzi, erede dell'impresa 'Dazzi Pietro fu Enrico', Il risarcimento è di oltre ai 16,4 milioni di euro, il giudice ha riconosciuto anche la rivalutazione monetaria dal 1999, circa altri 14 milioni.

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