Massa, 3 maggio 2011 - HANNO FATTO quello che nel gergo tecnico viene definito un 'rilevamento estensivo in simultanea' alla ricerca delle tracce di lupo nell’Appennino Tosco-Emiliano. Un monitoraggio su larga scala per ‘scattare’ una foto della presenza dell’animale e dei suoi spostamenti, restituendo informazioni dettagliate che aiutano a stimare il numero di branchi e il numero dei componenti di ciascun branco. Protagonisti della ricerca, il Servizio conservazione della natura e delle risorse agro-zootecniche del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e i forestali del Coordinamento Territoriale Ambientale del Parco, più alcuni loro colleghi dei comandi di stazione della zona. In tutto 25 persone, tutte esperte, impiegate in un lavoro che doveva assolutamente essere svolto quando c’era la neve.

 

 

La tecnica utilizzata è quella della tracciatura su neve, che prevede la ricostruzione dei tragitti di spostamento dei lupi. Nel Parco già sono stati individuati 19 circuiti di possibile rilevamento; circuiti che sono stati percorsi dagli operatori alla ricerca di tracce, da seguire e studiare per stimare il numero di individui. L’operazione costituisce uno degli elementi più importanti del Life Ex-tra, il progetto dell’Unione Europea che si prefigge di migliorare le condizioni di convivenza tra lupo e uomo. Per raggiungere i propri obiettivi, il progetto ha necessità di conoscere esattamente e di monitorare costantemente l’evoluzione delle popolazioni animali. E l’operazione ha per questo una grande utilità: perché oltre a numero e consistenza dei branchi, oltre a dislocazione e percorsi abituali, potrà fornire informazioni essenziali sul loro potenziale riproduttivo e sulla localizzazione dei siti di allevamento dei cuccioli. Mettendo i responsabili nelle condizioni di proporre l’adozione delle misure più adeguate a favorire la riproduzione dei lupi con il minor impatto possibile sulle attività, principalmente agricole e pastorali, presenti nell’area interessata. Obiettivo quanto mai importante perchè in passato gli allevatori, soprattutto quelli di Zeri e Pontremoli, hanno lamentato in diverse occasioni attacchi di lupi alle loro greggi.

 

 

Chiedendo di essere protetti. Meno problemi, invece, con i cacciatori. Dopo avere abbattuto quasi 4mila cinghiali nella passata stagione venatoria, i seguaci di Diana hanno confermato che tra loro e i lupi non c’è, almeno per adesso, alcuna competizione. Finora gli animali hanno predato i cinghiali principalmente all’interno delle aree protette, ovvero nel territorio del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove i cacciatori non possono entrare. Contribuendo così, anche loro, a mantenere sotto controllo il numero di questi ungulati.