Massa, 31 agosto 2010 - "Un pianto". E’ l’amara considerazione che abbiamo raccolto da Liliana Bassi della Cisl Scuola al termine dell’ultimo giorno di convocazioni per gli insegnanti precari che ha visto ancora una volta molti malumori e dissapori, e un numero sempre maggiore di insegnanti rimasti senza lavoro. Per avere un quadro più preciso, ricostruiamo la giornata di ieri.

 

Dopo le proteste dei giorni scorsi, per la convocazione di lunedì mattina il provveditorato sceglie di cambiare il punto di convocazione, scegliendo l’aula magna del liceo scientifico. In questo modo si riesce ad evitare che una cinquantina di persone vengano perciò “ammassate” sulle scale dell’ufficio scolastico: una scelta che nei giorni scorsi aveva creato proteste e discussioni in sede di convocazione. Ma il malcontento è tutt’altro che evitato.

 

Perché il malumore nasce dall’assenza di posti sufficienti a soddisfare tutte le richieste. La rabbia cresce soprattutto fra i precari più anziani, che hanno anche 20 anni di insegnamento alle spalle, sempre da precari, che si vedono scavalcati in graduatoria da un neolaureato. Molte facce scure lasciano la sede di convocazione. Qualcuno si ferma a discutere. C’è chi è rassegnato, ma nessuno vuole lasciarsi intervistare. «Molti di noi cercano di tirare avanti — racconta qualcuno — facendo altri lavori. E ogni anno che passa la situazione diventa sempre più difficile.

 

"Non ci sono posti, e magari ti vedi scavalcato da un giovane che ha più punti di te in graduatoria, ma che viene da fuori e ha più punti non per anzianità di servizio o per valutazione ma perché magari ha vinto un concorso ordinario in un’altra provincia. Credo che qui a Massa Carrara siano almeno dieci anni che non viene fatto un concorso. E il risultato si vede".

 

Dappertutto c’è la consapevolezza che la carenza di posti per gli insegnanti sia venuta dai tagli fatti dalla riforma Gelmini. Ma c’è anche un altro fatto che molti fra i precari più anziani non possono sopportare. Al termine di queste convocazioni qualcuno, magari per continuare a guadagnare punti in graduatoria, accetta ore di lavoro in paesi lontani dalla sua casa, per raggiungere i quali i soldi dello stipendio servono a malapena a pagare le spese. E fra qualche giorno c’è la possibilità che vengano riaperte altre cattedre in deroga, magari in pieno centro, vicino a casa, e che verranno assegnate a chi seguiva in graduatoria. Ci viene indicato un professore che è primo ed unico nella sua graduatoria di riferimento. Insegna musica. Ma non ci sono ore disponibili e anche quest’anno è rimasto a piedi. Insomma, il malcontento dei professori precari è più che giustificato, e le prospettive per il futuro non sono migliori.

 

Terminate le convocazioni, sono in pochi ad esultare. "Non ci sono più posti disponibili — commenta Bassi all’uscita dal provveditorato —, la riforma ha tagliato 140 mila posti. Una decimazione rispetto al totale e il prossimo anno se ne preannunciano altre. Il risultato è che avremo ancora più precari, anche in quelle materie che magari un tempo erano ritenute più sicure di ottenre un posto, come fisica. Quest’anno c’era un solo posto disponibile. Non ci sono neanche più posti per gli insegnanti di sostegno; alle superiori il rapporto insegnante alunno è di 1 a 3, ogni insegnante ha circa 6 ore per ogni bambino». In merito alle polemiche sui punteggi, Bassi ricorda che «la legge afferma che a parità di condizioni fra due insegnanti, quello più giovane passa avanti. Qualche hanno fa poi erano stati istituiti i Ssis. Chi aveva fatto quei corsi si era ritrovato direttamente con 42 punti in graduatoria, che sono pari ad avere 3 o 4 anni di insegnamento alle spalle. E così è successo che molti giovani hanno superato in graduatoria altri precari più anziani. E’ una situazione drammatica, e le prospettive sono davvero nere".