{{IMG_SX}}Carrara, 3 marzo 2009 - Un colosso dell’industria del marmo rischia la chiusura attanagliata dalla gravissima crisi dei mercati mondiali. Sull’orlo del baratro è finita la 'Effe Meccanica', giovane azienda nata alle soglie del nuovo millenio subentrando ad una società storica nella costruzione di macchine per il marmo, la Tema-Frugoli. Nel 2003 l’azienda si è trasferita in via Dorsale alla Zona Industriale.

 

La Finstone Group che detiene quasi la maggioranza delle quote azionarie ha affidato allo studio del professor Sergio Menchini l’incarico di una verifica sullo stato finanziario dell’azienda che occupa una sessantina di lavoratori. Negli ambienti sindacali si era addirittura diffusa la voce che ieri mattina erano stati depositati i libri contabili in Tribunale.

 

Notizia però infondata e che al momento non ha trovato riscontri ufficiali. Lo stesso professor Menchini, rintracciato a Pisa, ha riferito che "nessun libro contabile è stato depositato in Tribunale e che non è stata avviata nessuna procedura di carattere amministrativo".

 

Ma alla domanda diretta se l’azienda rischiava la chiusura, il professor Menchini ha risposto in maniera inequivocabile: "Sì, c’è il rischio di chiusura. Stiamo valutando i numeri della società, dovremo vederci con gli istituti bancari per definire la strategia migliore da seguire".

 

Ma c’è una richiesta di concordato preventivo? "No, ripeto, non è stata presentata alcuna istanza in Tribunale. Anche se questa potrebbe essere una strada da percorrere. Non posso aggingere altro, solo il fatto che la decisione definitiva sarà presa entro questa settimana".

 

Momenti drammatici, dunque, per un’azienda che si era guadagnata una grande fetta dei mercati mondiali. Nel 2005 la Effe Meccanica ha fatturato 13 milioni 317 mila euro, nel 2006 ha raggiunto i 33 milioni 818 mila euro e nel 2007 si è verificato un crollo di quasi il 50% con un fatturato sceso a 15 milioni 466 mila euro.

 

Sulla base delle visure camerali, il capitale sociale dell’azienda (2 milioni di euro) è detenuto per la quasi totalità (un milione 816 euro) dalla Finstone Sarl, multinazionale sudafricana la cui leadership è appannaggio di Mario Marcenaro, mentre quote minori sono detenute da D.r.t. Marmi (99 mila 956), da Alberto Colvara (75 mila 92), e da Franco Erich Lucchetti (8 mila 204). Il consiglio di amministrazione della Effe Meccanica vedeva nella qualità di presidente e amministratore delegato dal 19 dicembre 2005 al 19 dicembre 2008 Giuseppe Monteverdi, originario di Como e residente a Monfalcone.

 

Il rappresentante dell’impresa è l’ingegner carrarese Mauro Dazzi, consigliere e amministratore delegato dal 19 dicembre 2005 al 19 dicembre 2008 e figura come rappresenrante dell’impresa e amministrattore delegato dal 18 dicembre 2006 a tempo indeterminato Pierfrancesco Giannarelli, residente a Massa.

 

Tra i consiglieri dal 19 dicembre 2005 al 19 dicembre 2008 Alberto Corvara residente a Sarzana e Claudio Cupisti di Viareggio. Un compito difficile quello del salvataggio dell’azienda e in cui reciterà un ruolo determinante il sistema bancario. Si spera in un concordato preventivo per permettere di eliminare tutti i debiti tramite un piano di ristrutturazione dei debiti e di pagamenti di parte di essi. Intanto per giovedì è fissata una riunione all’Associazioni Industriali.