{{IMG_SX}}Carrara, 7 giugno 2008 - "Profondo rosso": chissà che Dario Argento, a oltre trent’anni dall’uscita del suo miglior film, non decida di girare il sequel tra i rifiuti del Cermec! A far da trama proponiamo il bilancio 2007 dell’azienda, dal quale "appare con tutta evidenza che la società continua a presentare una situazione preoccupantemente sbilanciata, nel senso che i debiti a breve termine (oltre 18 milioni di euro, su un totale debitorio di quasi 30 milioni di euro, ndr) superano in modo consistente il totale dell’attivo circolante (circa 15 milioni e 400mila euro, ndr)".

 

Prendendo ancora spunto dalla colorita relazione del facondo presidente del Collegio dei revisori, dottor Bruno Munda, «s’appalesa in tutta la sua enorme chiarezza l’anomala implementazione della maggior parte delle voci … che rischia di mettere a repentaglio l’integrità del patrimonio sociale". Tradotto dal tono aulico: è di tutta evidenza, tenuto conto che il volume d’affari del Cermec "non registra significative e proporzionate lievitazioni" (circa 15 milioni e 700mila euro, ndr), che il rischio di un botto clamoroso è dietro l’angolo!

 

Il Collegio, dunque, "ritiene assolutamente necessario che la società provveda a porre in essere tutte le iniziative atte a ristabilire l’equilibrio patrimoniale e finanziario riducendo le proprie esposizioni a breve". Nella relazione del cda (presidente Luciano Bertoneri), tuttavia, si dichiara che "il nuovo impianto per la produzione di Cdr (combustibile da rifiuti, ndr), la cui costruzione pare di imminente avvio, consentirà al Cermec di realizzare economie stimate in circa un milione di euro all’anno", dunque il futuro economico-finanziario dell’azienda sembrerebbe meno cupo di quanto oggi non appaia.

 

Un altro capitolo del bilancio degno di nota è quello dell’organico medio, passato a 59 unità rispetto alle 54 del 2006. Ciò che stupisce non è tanto l’incremento di occupazione, fatto che sarebbe di per sé positivo, quanto le modalità con cui si è verificato il 'miracolo' in un periodo di stagnazione, se non di recessione: gli operai sono diminuiti da 40 a 38, mentre gli impiegati sono passati da 13 a 20! Che servano per gestire il ciclopico indebitamento?

 

E non passano inosservate neppure le somme corrisposte agli amministratori, oltre 118mila euro, e ai sindaci revisori, quasi 50mila euro! Insomma, che ancora suona meglio: più di 300milioni di vecchie lirette per 'amministrare' (oltre a Bertoneri: Domenico Adorni, Angelo Altieri, Michele Del Freo e Ademaro Tovani) e 'controllare' (oltre a Munda anche Giorgio Dell’Amico e Antonio Valenti), con buona pace di chi ancora si illude che qualcuno voglia veramente tagliare i costi della politica…