Venduto, poi restituito e gettato in un cassonetto. Alla fine una vera casa

In Tribunale la storia a lieto fine di un siberian husky

Un cane di razza Husky

Un cane di razza Husky

Massa, 15 aprile 2015 - E' una storia  storia a lieto fine quella rievocata ieri mattina nell’aula del Tribunale di Massa. Protagonista, non come imputato bensì come vittima, un cucciolo di siberian husky. Che nel 2013 viene venduto, da un negozio di animali, alla signora Jessica, che abita in Versilia. Ha pochi mesi ma è già piuttosto grosso. Poco poche settimane la signora si accorge che l’animale non è in perfette condizioni: ha problemi di vista e di respirazione, per questo lo fa visitare dal veterinario, che conferma i problemi e consiglia una cura lunga e costosa. A quel punto la signora, a quanto pare, ci ripensa e riporta il cane al negozio. Il titolare la rimborsa ma decide di non mettere più l’animale nel negozio, insieme agli altri cani. Lo sposta nel magazzino di materiale edile di cui è proprietario. Qui è tutto in ordine («sono molto pignolo – ha spiegato in aula») ma il cagnolino ci resta poco tempo. Poi sparisce. Secondo l’accusa, la bestiola viene trovata da alcuni ragazzi in un cartone dentro un bidone della spazzatura. I ragazzi la salvano portandola nella loro casa. La seconda versione, accreditata dal titolare del negozio (ora l’attività non c’è più) il cane era nel magazzino, dove stava bene. «Poi un giorno uno degli operai mi dice che l’husky era scomparso. Mi sono precipitato sul posto e alla fine ho scoperto che alcuni ragazzini l’avevano preso e portato a casa loro». A casa la mamma dei ragazzini chiama il veterinario che conferma i problemi e nota il microchip, da cui è facile risalire al vecchio padrone. Della storia (nella versione dell’accusa) vengono informati i vigili urbani che sequestrano il cucciolo. Parte la denuncia per abbandono e maltrattamento di animale. Ieri il giudice Giovani Sgambati ha ascoltato, con pazienza, le parti e alla fine ha assolto l’imputato (l’ex commerciante) perché non punibile, non prima di essersi accertato delle condizioni dell’husky, che è vivo ed è cresciuto. Merito dell’Associazione nazionale tutela animali presieduta da Cristina Bruschi. Una volontaria, anche lei di nome Jessica, gli ha voluto bene e l’ha fatto curare (il cucciolo aveva anche il cimurro). Ora la bestiola è stata adottata. Insomma, dopo tante peripezie, l’husky ha trovato finalmente casa.