Polemica sul funerale del transessuale: "Si sentiva donna ma i familiari l'hanno vestita da uomo"

Il caso di Nicole, scomparsa a 37 anni

Nicole, deceduta a 37 anni: polemiche per come è stata vestita per il suo funerale

Nicole, deceduta a 37 anni: polemiche per come è stata vestita per il suo funerale

Carrara, 22 agosto 2014 - «PERCHÉ? Cosa ha spinto i familiari a vestire Nicole da uomo? Sapevano che era una trans. Abbiamo sempre lottato per farci capire, adesso siamo noi che chiediamo chiarimenti». C’è amarezza nelle parole di Regina Satariano dell’Associazione consultorio transgenere. «Pietra dello scandalo», la scelta fatta dalla famiglia di una 37enne transessuale di Avenza deceduta l’altro giorno a Monterosso: un uomo per l’anagrafe che però da 20 anni ha vissuto la sua sessualità con orgoglio e determinazione come Nicole. Si sentiva donna a tutti gli effetti, «imprigionata» però in quel corpo maschile che non sentiva suo: una situazione di disagio comune ad altre persone. Da qui la scelta, coraggiosa e determinata, di presentarsi al mondo per quello che in realtà si sentiva, una donna a tutti gli effetti. Dopo il decesso però, è esploso il «caso»: la famiglia di Nicole ha sceelto di vestire la salma con abiti maschili, una decisione che ha suscitato non poche perplessità fra Movimento identità transessuale, Mondo arcobaleno e al Movimento per la qualità della vita che ora chiedono chiarimenti a chi si è occupato di Nicole, dopo il suo decesso.

«Abbiamo atteso che il funerale fosse concluso per rispetto a Nicole — prosegue Regina Satariano, conosciuta anche per le sue battaglie per i diritti dei transessuali con Vladimir Luxuria — vorremmo capire se questa scelta sia stata dettata da un fattore religioso o meno. Per Nicole, essere trans le ha dato quella dignità che sentiva essere sua. La famiglia, da sempre al corrente, non è stata in grado nemmeno nel momento doloroso del trapasso di rispettarla per quello che era, per quello che da sempre attraverso il suo modo di vivere, di riconoscere che il suo essere coerentemente donna giorno per giorno non era legato ad un capriccio, ma era più grande di lei e apparteneva al suo genere. Sentirsi imprigionata in un corpo che non ti appartiene è da sempre una battaglia che le persone transessuali vivono da subito. Siamo mortificati e delusi: nemmeno da morti viene rispettata la nostra volontà. Vedere Nicole vestita da uomo nella triste bara con la giacca e la cravatta che la porteranno verso un’altra vita ci rammarica fortemente». «Riteniamo questo atto — è la conclusione — una mancanza di rispetto alla sua memoria».