Giovedì 18 Aprile 2024

"Tra Baratta e non non c'è mai stato nessun tipo di rapporto di lavoro"

Le senatrici del Movimento 5 stelle Paglini e Bottici vanno al contrattacco: "Stiamo preparando il ricorso contro il verbale della direzione del lavoro"

Laura Bottici

Laura Bottici

Firenze, 24 novembre 2014 - "Tra Carlo Baratta e noi non c'è mai stato nessun tipo di rapporto di lavoro. Era per noi come un qualsiasi altro attivista. Stiamo preparando il ricorso contro il verbale della direzione del lavoro". Le senatrici del Movimento 5 stelle Sara Paglini e Laura Bottici vanno al contrattacco.

Dopo che la direzione territoriale del lavoro ha stabilito in due diversi verbali firmati dalla direttrice Michela Tarabella - uno contestato a Paglini, l'altro a Bottici - che l'ormai ex militante Carlo Baratta ha avuto con loro "un rapporto di lavoro parasubordinato (mini co.co.co) per 20 ore mensili per un imponibile di 200 euro" ora le due deputate si dicono pronte a presentare ricorso.

Stando alle carte della direzione del lavoro Baratta avrebbe quindi lavorato per le senatrici dal primo al 30 giugno 2013 e per questo gli uffici del ministero fanno sapere a Baratta di aver provveduto "a regolarizzare le sue prestazioni lavorative" e che "sono stati adottati i provvedimenti amministrativi previsti dalla vigente normativa".

Tutto ciò viene adesso contestato da Laura Bottici e Sara Paglini che hanno deciso di impugnare questi verbali davanti al Comitato regionale per i rapporti di lavoro della stessa Direzione territoriale del lavoro. "Nel settembre di quest'anno - spiega Laura Bottici - un ispettore del lavoro di Massa e Carrara ha redatto un verbale ispettivo ipotizzando la sussistenza tra me e Sara Paglini quali committenti e Carlo Baratta, quale collaboratore, di un rapporto di lavoro parasubordinato (che si assume essere intercorso per soli 30 giorni durante il mese di giugno 2013) ed irrogando sanzioni amministrative inerenti alla mancata regolarizzazione del rapporto che si afferma accertato. Per questo - prosegue - sia io che la senatrice Paglini abbiamo avviato le procedure finalizzate ad impugnare questo verbale per la sua palese infondatezza, per l'erronea qualificazione da un punto di vista giuridico e rilevando come, in ogni caso, la condotta che si afferma accertata non risulti passibile di alcuna sanzione amministrativa. Infine - conclude - credo che un sereno giudizio sulla vicenda possa essere espresso solamente all’esito del procedimento amministrativo-giudiziale".