Si stacca pezzo di cornicione dal tetto. Ferito una disabile sulla carrozzella

Tragedia sfiorata sotto lo stabile di via Tamerici. "Ho sentito un gran botto"

Via Tamerici, dove si è staccato il cornicione (Foto Nizza)

Via Tamerici, dove si è staccato il cornicione (Foto Nizza)

Massa Carrara, 24 luglio 2014 - UN PEZZO di cornicione staccatosi da una palazzina di case popolati in via Tamerici, alla Cervara, ha colpito in testa un uomo affetto da disabilità. «Trauma diretto a livello cranico e di spalla sinistra». Così recita il referto che il medico del pronto soccorso di turno alle 19.30 di martedì scorso ha firmato dopo aver visitato l’uomo, 35 anni. Il ferito, che abita in via Tamerici alla Cervara, era accompagnato in ospedale dalla mamma, Maria Clementina Angelotti, che ha raccontato al medico che il figlio era stato colpito dai calcinacci caduti dal cornicione del palazzo in cui abitano.

IN EFFETTI, è confermato anche dall’Erp, martedì mattina sono caduti pezzi di intonaco dal sottogronda della palazzina di case popolari di via Tamerici. «Un pezzo di cemento molto grande» dice la mamma dell’uomo ferito; «pezzettini di intonaco» dicono dall’Erp, che ha già provveduto a mettere in sicurezza il palazzo e annunciato a breve nuovi lavori. La donna, all’indomani dell’episodio di due giorni fa, ha deciso di fare la sua denuncia pubblica. «Era mattina. Stavo per accompagnare mio figlio a fare le cure fisioterapiche — racconta — quando all’improvisso ho sentito un gran rumore e quando mi sono girata ho visto che mio figlio, disabile al cento per cento, era stato colpito da alcuni pezzi di cornicione. Ho potuto constatare — prosegue maria Clementina Angelotti — che si era staccato il cornicione di cemento e che un pezzo era caduto in giardino, mentre l’altro aveva colpito in testa mio figlio». Il referto del pronto soccorso, stilato in serata, ha parlato di trauma cranico, a conferma che l’uomo ha subito un colpo. «Non è più possibile andare avanti così: in quel condominio ci sono troppi problemi» aggiunge la Angelotti. Secondo la donna la situazione di criticità dell’edificio sarebbe dovuta a copiose infiltrazioni di acqua: « Anche alcune finestre sono rotte e quando piove si allaga tutto. Le scale ce le puliamo da noi e dobbiamo chiamare il giardiniere se vogliamo un minimo di decoro.

Quel palazzo cade a pezzi. Se fosse successo qualcosa di più grave a mio figlio, oggi avrei fatto la rivoluzione in tutti quegli uffici che dovrebbero interessarsi alla nostra situazione e non lo fanno.». Non è la prima volta, del resto, che maria Clementina Angelotti fa sentire la sua voce per la situazione in cui verserebbe l’edificio. La sua ultima ‘battaglia’ riguardava lo scivolo condominiale che consente al figlio disabile di entrare e uscire dall’abitazione, ma che era diventato oggetto di dispute condominiali. Così la donna aveva chiesto l’installazione di un elevatore per carrozzine.