Si ‘perdono’ all’ospedale ma i medici li ricongiungono

La commovente storia di due ricoverati: Andreina e Guerrino. La felicità dei figli

Andreina e Guerrino Grassi

Andreina e Guerrino Grassi

Massa, 6 febbraio 2016 - UNITI, anche nella sofferenza. Ricoverati entrambi all’ospedale Apuane, Andreina e Guerrino Grassi, coniugi massesi ultrasettantenni, da giorni non riuscivano più a vedersi, a non sapere nulla l’uno dell’altro nonostante le rassicuranti ma non convincenti parole dei figli. La storia è commovente, così come è commovente la foto che li ritrae insieme, mentre si stringono la mano divisi dalle sbarre dei letti d’ospedale. Ed è proprio nella corsia dell’ospedale Apuane che è maturata questa storia: una struttura che ancora è distante dal cuore dei massesi, ancora poco vissuta nei sentimenti e nelle emozioni, ancora troppo fresca per contenere dei ricordi. Andreina è una malata ematologica, ricoverata in ospedale senza possibilità di muoversi. Ogni giorno Guerrino è da lei, per confortarla, aiutarla, starle accanto e tenerle lamano in quel difficile momento della loro vita.

Poi, all’improvviso, Andreina non lo ha visto più. L’uomo infatti è stato colto da malore e ricoverato nell’altra ala dello stesso ospedale, in cardiologia. E’ la malattia a dividerli, ma è l’amore che da sempre li unisce a farli soffrire di più. Si cercano, hanno paura di perdersi, di non ritrovarsi più e non bastano le parole dei figli e degli operatori sanitari per rassicurarli. Un infermiere dell’oncologia, memore del clima che si è creato nel reparto di Carrara grazie all’umanizzazione dell’ospedale voluta dal dottor Andrea Mambrini e dalla sua equipe, individua la soluzione: trasportare Andreina, nel suo letto, attraverso i lunghi corridoi dell’ospedale per raggiungere la stanza di Guerrino.

«E’ stato commovente per tutti – sottolinea il dottor Andrea Mambrini, direttore dell’U.o. Oncologia Asl 1 Massa Carrara – . In un ospedale supertecnologico come questo, il lavoro di medici e infermieri viene svolto con grande umanità, mettendoci amore e sentimento. Questo è un messaggio importante, che fa bene ai pazienti, ai loro familiari e al personale che lavora. Il gesto dell’infermiere di oncologia va oltre la normale mansione di lavoro ed è così che bisogna fare, lavorare con questo senso di amore verso i pazienti. Questo gesto deve essere uno stimolo per chi lavora in ospedale, ricordando sempre che l’aspetto affettivo non è meno importante di farmaci e terapie». «Non ho parole per esprimere la grandezza di queste persone – scrive il figlio dei coniugi Grassi sui social network – ed il cuore che hanno. Grazie infinitamente a tutti voi perché siete qualcosa di esageratamente meraviglioso».