Peppe Servillo: "Il mio trio racconta i Parientes"

Terzo disco del progetto insieme a Javier Girotto e Natalio Mangalavite tra Italia e Argentina

Il trio Servillo-Girotto-Mangalavite

Il trio Servillo-Girotto-Mangalavite

Massa, 8 maggio 2015  _ Gli anni della Piccola Orchestra Avion Travel sono un glorioso quanto ormai lontano ricordo. Peppe Servillo, cantante-attore noto per la sua esperienza con la formazione campana che vinse anche un Sanremo, da tempo fa parte di un progetto in trio con i musicisti argentini Javier Girotto (sax) e Natalio Mangalavite (pianoforte). Il progetto è giunto al terzo disco, Parientes, uscito per l’etichetta Egea e presentato dal vivo al Teatro Gugliemi della città toscana.

Come è avvenuto l’incontro con questi due musicisti?

«Conoscevo Girotto da quando era in formazione con il quintetto jazz di Roberto Gatto, e tramite lui ho incontrato Mangalavite. Loro affondano musicalmente le radici nella musica argentina con un approccio jazz, e lo  stile del trio  è legato all’idea di canzone italiana scritta da me per quanto riguarda i testi. Un anello di congiunzione tra le due culture, tandendo conto che l’Argentina che è il secondo paese italiano del mondo».

Proprio partendo da questo, quali sono le tematiche che ispirano questo nuovo album?

«Abbiamo evitato i luoghi comuni, puntando su legami e storie da collocare in ambito familiare incentrandole su figure e personaggi specifici. Una serie di relazioni umane fatte di ricordi e di rielaborazione degli stessi e di viaggi nel tempo, come quelli degli argentini di origine italiana che tornano nel nostro Paese, come gli stessi miei colleghi del trio. Una visione dell’Italia che è una sorta di cartolina del nostro paese di 30/40 anni fa». 

Testi ed elaborazione jazzistica che rapporto hanno all’interno di ogni singolo brano?

«In Parientes la forma canzone è forse più presente che negli altri due dischi. Per quanto riguarda lo stile musicale c’è uno sguardo al folk argentino, ma non solo al tango. Ci sono ad esempio ritmi delle regioni del nord che hanno forti elementi percussivi».

E di ispirazione italiana quanto c’è in questo progetto?

«Girotto e Mangalavite mi affidano un tipo di canto teatrale che comunque fa parte del legame tra le due culture. I napoletani in Argentina erano chiamati “tanos“ e la canzone napoletana è legata al tango. Tutto ciò senza entrare nei luoghi comuni e nella sociologia, ma raccontando storie».