Venerdì 26 Aprile 2024

Sequestro Calevo, trent’anni a Destri. Assolta la moglie

Condannato l'uomo ritenuto "mente" del rapimento. Quattro anni per favoreggiamento ad Antola, esce indenne Ferrari / SEQUESTRO CALEVO, 12 ANNI E 4 MESI A SHOTA / SEQUESTRO CALEVO, SHOTA CONFESSA IN AULA: "SIAMO STATI NOI" / SEQUESTRO CALEVO: CHIESTI TRENT'ANNI PER LA MENTE DEL RAPIMENTO/ PENE DAI 3 AI 17 ANNI. "NON SONO VENDICATIVO" / LA LIBERAZIONE ISTANTE PER ISTANTE / "DOPO IL SEQUESTRO NON SONO PIU' LO STESSO" / LIBERATO ANDREA CALEVO

Andrea Calevo

Andrea Calevo

La Spezia, 30 gennaio 2015 - Voleva 8 milioni di euro per concludere alla grande una vita spericolata: si è beccato 30 anni di reclusione e per scontarli tutti dovrebbe arrivare all’età di 103 anni. Nessuno sconto al 73enne Pierluigi Destri, ritenuto la «mente» del sequestro, a scopo di estorsione, dell’imprenditore Andrea Calevo. Ieri, dopo quattro ore di cammera di consiglio, il verdetto della Corte di Assise a conclusione del processo nel quale il «capo della Banda Bassotti», come lo ha definito il pm Stefano Panichi, ha tentato fino all’ultimo di dimostrare che fu solo un rapitore per caso e all’ultimo tuffo, quando si accorse che il giovane lericino era stato segregato da terzi nel seminterrato della villa di via del Corso 21 a Sarzana che aveva posto in vendita.

Un’arrampicata sugli specchi, soprattutto dopo le rivelazioni dei giovani autori materiali del rapimento, usciti di scena col rito abbreviato, usufruendo dello sconto di pena che permetterà loro, a fine-pena, di rifarsi una vita. "Grazie, ma non sono stato io a sequestrare Calevo", ha bofonchiato Destri uscendo dall’aula, (accompagnato dagli agenti di custodia che lo hanno riportato in carcere) dopo aver ascoltato impassibile la sentenza e aver allungato uno sguardo fugace agli avvocati difensori Enrico Panetta e Giuliana Feliciani, mai domi, anche nelle repliche di ieri.

C’è invece chi ha pianto di gioia alla lettura della sentenza da parte del presidente Francesco Sorrentino: la moglie del boss Anna Viti, assolta con la formula piena (come aveva chiesto lo stesso pm dopo la mancata attribuibilità a lei della voce ascoltata da Calevo durante la prigionia all’esito del test chiesto dagli avvocati Marco Evangelista e Valentina Antonini) e Giancarlo Ferrari, assolto col dubbio. Su quest’ultimo pendeva la richiesta di 12 anni di reclusione. Ma nella mente dei giudici togati e dei giudici popolari hanno fatto breccia le argomentazioni dell’avvocato difensore Valentina Antonini che ha smontato la ricostruzione accusatoria del pm: non fu Ferrari ad accompagnare in auto Destri alla cabina telefonica di Pietrasanta da dove informò i familiari di Calevo del sequestro, il giorno dopo lo stesso.

Assente dall’aula l’82enne imputato Carlo Antola, ex avvocato, ha appreso al telefono al suo legale, Andrea Guastini, che la corte è stata più tenera del pm: condannato a 4 anni, a fronte dei 5 richiesti, per il reato di favoreggiamento configurato a fronte dell’attribuizione a lui della lettera anonima inviata alla procura distrettuale antimafia per depistare le indagini. Per lui e per Destri, oltre all’interdizione perpetura dai pubblici uffici, anche la resa dei conti pecuniaria: il ’capo’ è stato condannato al pagamento di due provvisionali, rispettivamente di 270 mila euro, a favore di Andrea Calevo e della mamma. Si attesta, invece, a 30mila euro, il risarcimento imposto dalla corte a Antola per ognuna delle parti civili. In parallelo i giudici hanno disposto il sequestro conservativo dei beni nei confronti dei due imputati per l’importo pari alle provvisionali. Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza.

Corrado Ricci