Sì al piano con doppio monitor

Il consiglio regionale ha approvato il piano del paesaggio

Le cave di Carrara

Le cave di Carrara

Firenze, 27 marzo 2015 - Il consiglio regionale ha approvato il piano del paesaggio. 32 i sì della maggioranza contro i 15 no del centrodestra. A sbloccare la situazione di stallo andata avanti fino a tarda sera è stata l’intesa sulla modifica della legge chiesta da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il Pd ha dato il via libera all’approvazione di una modifica alla legge sul governo del territorio, attraverso l’istituzione di un doppio monitoraggio degli effetti del piano del paesaggio sia sulle cave di marmo al confine sui crinali di 1.200 metri (oltre quella soglia il Pit fa scattare i vincoli più restrittivi) sia su tutte le altre attività produttive, come l’agricoltura e i balneari. Grazie alla modifica richiesta la commissione tecnica, già contemplata dalla legge 65, esaminerà dopo tre mesi gli effetti economici ed occupazionali del piano. Analisi che dovrà essere ripresentata al consiglio una volta l’anno. Il prossimo consiglio sarà quindi chiamato in causa per decidere il da farsi. Non solo sulle cave, ma anche sugli aspetti agricoli vivaistici e sui limiti introdotti per le attività balneari di 300 metri dal mare. In cambio di questa concessione, il centrodestra, che voleva tutelare soprattutto la situazione a Vagli, in Garfagnana, ha ritirato gli ordini del giorno e ha deposto le armi anche sulle centinaia degli emendamenti al Pit (ne erano stati depositati oltre 300) impegnandosi a velocizzare le operazioni di voto. Il piano approvato prevede il divieto di escavare sulle vette integre delle Apuane al di sopra dei 1200 metri, e la verifica della compatibilità paesaggistica come condizione vincolante per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove attività estrattive sotto i 1200 metri. La riattivazione delle cave dismesse (compatibilemente con gli strumenti urbanistici comunali), e ampliamenti (fino al 30% del volume) o varianti di quelle esistenti. Sulla salvaguardia delle coste, entro 300 metri dalla battigia, la realizzazione di nuove strutture, dovrà essere a carattere temporaneo e removibile (con l’allungamento da 90 a 180 giorni) in modo da garantire il ripristino dei luoghi, e senza compromettere l’accessibilità e la fruibilità delle rive. Adeguamenti, ampliamenti, cambi di destinazione d’uso previsti negli strumenti urbanistici) e gli impianti sportivi, non devono interessare gli arenili.