Giovedì 25 Aprile 2024

Provincia, cominciata la grande fuga

Con la riforma dell’Ente, a rischio soprattutto i precari e l’indotto

Palazzo Ducale, sede della Provincia

Palazzo Ducale, sede della Provincia

Carrara, 23 novembre 2014 - Non è una fuga, ma di sicuro qualcuno sta passando a «lidi» ritenuti più sicuri. E’ quanto accade in Provincia. L’ente che adesso è nella mani del neo-presidente Narciso Buffoni ha davanti un futuro incerto. Sia per quanto riguarda il futuro anteriore (gli stipendi da pagare) che per il futuro prossimo (il ruolo che nei prossimi anni l’ente dovrà svolgere). E così chi può scappa, mentre chi resta è preoccupato. A descrivere lo stato d’animo dei dipendenti dell’ente che ha gli uffici a Palazzo Ducale è Paolo Gozzani.

Il segretario provinciale della Cgil ha partecipato venerdì all’assemblea dei dipendenti dell’ente alla quale hanno partecipato anche Paolo Guerra e Stefano Nicoli. Ed è uscito molto preoccupato, soprattutto per il futuro dei più deboli, ovvero i dipendenti a tempo determinato (una decina) e dei lavoratori dell’indotto. «La situazione della Provincia ormai è nota – spiega Gozzani – sono cambiate le funzioni e ha subito una serie di tagli ai finanziamenti statali. In questo momento non è nemmeno chiaro se in futuro potrà pagare tutti gli stipendi.

Fino a due anni fa la Provincia di Massa Carrara aveva quasi 400 dipendenti. Ora, tra il blocco del turn-over e i passaggi ad altri enti (l’ultimo alla Camera di Commercio) siamo scesi a poco più di 300 persone. Basta pensare che due anni fa i dirigenti erano 10, adesso sono solamente 5. Io sono particolarmente preoccupato per i precari (una decina di lavoratori con contratto a tempo determinato) e l’indotto». E a proposito dell’indotto, il segretario Cgil ricorda le varie ditte e/o cooperative che lavorano, pagate dalla Provincia, per pulire le aule di molte scuole e gli uffici a Palazzo Ducale. Senza dimenticare che ora è arrivato l’inverno ed è la Provincia a pagare il riscaldamento in varie scuole apuane. «Per quanto riguarda i dipendenti diretti è probabile che molti in futuro dovranno passare ai comuni o alla Regione Toscana – conclude il sindacalista – ma bisognerà vedere come questo processo andrà avanti. Bisogna fare in modo che non comporti un calo dello stipendio. Questo è un territorio già in crisi e se ci sarà una flessione nel reddito di decine di persone, sarà tutto il comprensorio a rimetterci». Per mostrare l’impatto che il «crollo parziale» di questo ente può avere, Gozzani conclude con un dato. In tutta la Regione Toscana i dipendenti di questi enti sono circa 4.500. «E’ chiaro che bisognerà seguire il loro futuro, senza dimenticare che è la Provincia, finora, ad avere avuto le competenze sull’assetto idrogeologico del territorio e sulla manutenzione delle starde provinciali».