Renditi utile alla tua comunità e puoi evitarti il processo

Il ministro Orlando a Massa per la sperimentazione della nuova norma. Intervista alla presidente del tribunale Maria Cristina Failla

Maria Cristina Failla

Maria Cristina Failla

Massa Carrara, 25 marzo 2015 - Sotto processo per un reato? Da lunedì sarà possibile evitare il procedimento e l’eventuale giudizio di condanna chiedendo la «messa alla prova» in lavori di pubblica utilità da svolgere per gli enti locali convenzionati con il tribunale. E Massa sarà fra i capofila di questo progetto, come ha chiarito la presidente del tribunale Maria Cristina Failla (nella foto). L'iniziativa sarà presentata lunedì prossimo, in occasione della visita del ministro della giustizia Andrea Orlando a Massa.

Si tratta di un nuovo istituto, introdotto dalle legge numero 67 del 2014. Attenzione, ovviamente non può riguardare tutti: la norma stabilisce che possano fare richiesta di «messa alla prova» gli imputati in processi per i reati puniti, per legge, con la sola pena pecuniaria ma anche quelli per i quali è prevista la reclusione fino a quattro anni e quelli poi previsti dall’articolo 550 del codice di procedura penale. Per capirci, in questo ultimo caso ci rientrano anche la rissa aggravata, se non ci sono stati morti o feriti gravi, furto aggravato, resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale e pure ricettazione. Inoltre l’imputato non deve essere recidivo e a ogni modo la «messa alla prova» può essere chiesta soltanto una volta. Ma è chiaro che rappresenta una novità importante perché consente ai tribunali, già oberati di lavoro, di sospendere il procedimento penale durante il periodo di prova dell’imputato e, se tutto va a buon fine, anche di estinguere il reato. Sono decisioni che spettano chiaramente al giudice che ascolta in aula anche la parte offesa, l’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe), il Pubblico ministero e gli organi di polizia e quindi concede la «messa alla prova» stabilendo durata, prescrizioni e obblighi. La prova può andare dall’eliminazione delle conseguenze dannose derivanti dal reato al risarcimento danni o alla mediazione con la parte offesa, oppure a fare gratuitamente lavori di pubblica utilità tramite gli enti locali che stipulano un’apposita convenzione con il tribunale e l’Ufficio esecuzione penale esterna. Lavori che vanno dalla tutela del patrimonio ambientale e comunale alla manutenzione del verde, accompagnamento ad anziani e disabili, attività di educazione stradale e molto altro ancora. Come abbiamo detto, lunedì l’istituto di «messa alla prova» prenderà il via a Massa Carrara con la sicura sottoscrizione della convenzione da parte del Comune di Massa.

«Abbiamo già ricevuto circa 40 istanze – ha precisato la presidente Failla – e siamo certi che quando imputati e gli avvocati verranno a conoscenza di questa opportunità il numero delle richieste aumenterà e saranno tantissime. Spetta comunque al giudice valutare ciascuna richiesta, caso per caso, e decidere se accordare o no la “messa in prova”». L’obiettivo della legge, come ha ribadito la presidente del tribunale, è di agevolare l’aspetto risarcitorio e recuperatorio del procedimento a carico dell’imputato: «Abbiamo preparato una bozza di protocollo di intesa da presentare ai Comuni – ha dichiarato ancora Failla – affinché siano gli stessi enti locali a indicare all’Ufficio di esecuzione penale esterna quali sono i settori di cui hanno bisogno. Gli imputati, al momento della richiesta di “messa alla prova”, potranno quindi indicare il lavoro socialmente utile da effettuare nel proprio comune di residenza, per la sua collettività. Inoltre il protocollo sarà anche messo online e sarà possibile fare tutte le pratiche di presentazione dell’istanza via web». Tutto a costo zero per tribunali ed enti locali, così come è stato anche in passato per i progetti portati avanti dal tribunale di Massa. Lunedì come detto ci sarà la firma del protocollo da parte del Comune di Massa e per l’evento, nell’aula della corte di assise, è atteso anche un ospite di eccezione, il ministro della giustizia Andrea Orlando.