Elezioni del sindaco, a Carrara tutti contro tutti: anche i Dem sono spaccati in due

Carte bollate e divisioni con tifo da stadio tra gli schieramenti

Il duomo di Carrara

Il duomo di Carrara

Carrara, 8 giugno 2017 - Una campagna elettorale al cardiopalmo: nove candidati alla poltrona di sindaco, un centro sinistra frammentato in mille rivoli, tensioni e battaglie a suon di carte da bollo e un tifo da stadio che sta dividendo cittadini e formazioni. Carrara a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo al consiglio comunale è schierata in assetto di guerra: due candidati per il Pd, uno Andrea Zanetti, già vice sindaco e assessore alla Cultura in precedenti giunte, sostenuto dal commissario e dal simbolo del partito, con la coalizione di governo Psi, Pri, Alternativa per Carrara e Carrara città aperta.

L’altro Andrea Vannucci, anche lui un passato da vicesindaco con delega al Marmo e all’Urbanistica, forte di alcune liste civiche come Progressisti, Cuore di Carrara, Carrara democratica e Carrara giovane, e sostenuto dalla vecchia governance del partito fatta fuori dal commissario Gianni Anselmi, mandato dalla segreteria regionale per placare gli animi all’ombra delle Apuane.

Tutto con il sorriso dei grillini che con Francesco De Pasquale sono dati da tutti i sondaggi sicuri al ballottaggio (con il centro sinistra di Zanetti) per portare via lo scettro dopo 70 anni di governo rosso. Sempre nel centro sinistra si pesca con Gianenrico Spediacci, già presidente di Amia, la Spa dell’igiene urbana, il quale, dal momento in cui si è capito che le primarie di coalizione sarebbero state idea vana, ha aperto una corsa in solitario con liste civiche come Rinascita, Articolo primo, Verdi e Giovani per Carrara.

L’opposizione in consiglio è riunita anche con Claudia Bienaimè sostenuta da Carrara bene comune e Dema. Un popolo di sinistra diviso dove si trovano le liste La comune con Ilaria Paladini e La svolta con Cinzia Bensi. Infine sotto l’egida di Vittorio Sgarbi l’imprenditrice Alessandra Caffaz ha dato vita alla formazione Rinascimento sia. Una campagna che ha visto crescere le fila del centro destra, sempre molto defilato nella roccaforte rossa, che con Maurizio Lorenzoni sta portando avanti il credo di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.

Il resto è una città che attende qualcuno che prenda le fila della battaglia infinita contro il marmo, di una portualità fatta per ora soltanto di tante idee e confuse, con un centro storico popolato da fantasmi dove i fondi sfitti sono la presenza più ingombrante, dove il degrado regna sovrano con i palazzi più belli che cadono a pezzi.