Campagna elettorale: una corsa a ostacoli che provoca stress

I consigli dello psicologo Vittorio Arcolini

Vittorio Arcolini

Vittorio Arcolini

Carrara, 2 giugno 2017 - Stress da candidatura: interviene lo psicologo Vittorio Arcolini. «Perdere fa male, ma anche il successo può logorare – scrive lo psicoterapeuta –. Fare il candidato è un compito che può costare in termini psicologici. Oltre all’avversario reale, il nemico da battere in campagna elettorale è lo stress. Nelle prime settimane il candidato si muove con frenesia per essere presente agli impegni, sempre e dovunque. Un inseguimento vano dell’ubiquità. Poi il super-attivismo può trasformarsi in “stress specifico da candidatura”, per alcuni anticipatorio di una e vera e propria “depressione post elettorale”. Il candidato subisce forti sollecitazioni a dover apparire come gli elettori vorrebbero che fosse. E’ portato ad intensificare incontri, iniziative, apparizioni e spesso ad ottenere prestazioni superiori a quelle di un individuo “normale”. Ma questo provoca stress, affaticamento che può degenerare in sindromi ansioso-depressive, soprattutto se non sarà eletto. Maggiore è stata la sopravvalutazione delle proprie capacità in campagna elettorale, tanto maggiore potrà essere la caduta depressiva, con la necessità di elaborare un “micro lutto”. Anche il successo può logorare, specie se giunge improvviso. Può riguardare persone di grande qualità e talento che hanno cercato il successo con serietà e impegno, ma che non lo aspettavano. Può definirsi “sindrome da successo acquisito” e colpisce chi una volta raggiunta la vittoria, non è preparato all’urto o non sa affrontare le conseguenze. Una certa analogia con la “sindrome del numero uno” ben nota in ambito sportivo, dove il successo va alimentato di continuo, con una cura e una tecnica che non lasciano nulla al caso e non consentono distrazioni. Tensioni, stress e successo vanno dunque di pari passo. Conquistare il primo posto non è facile, mantenerlo ancora meno. Qualche consiglio di “psicologia-tampone”? Cercare di non strafare e tenere sotto controllo le proprie energie-risorse e mostrarsi per quello che si è veramente. Può essere un po’ rischioso ma alla fine è la terapia vincente per il proprio equilibrio psico-fisico ma anche per la conquista del seggio. Attenzione – continua l’intervento dello psicologo – che l’eccesso di pranzi e cene elettorali può far “saltare” la linea. E contro il logorio del successo, occorre sapersi controllare, assaporare ogni piccolo traguardo, incrementando la “capacità di godimento”. La tranquillità, la saggezza e l’autostima sono una grande ricchezza. A volte si sente sussurrare con compiacimento irragionevole: “corro come un pazzo”. E’ qui l’errore, perché bisogna correre come un savio, e talvolta ritirarsi mentre si vince. Come al casinò. A questo punto un aspetto di difficile comprensione resta il candidato che può anche non vincere per l’inconscio timore di vincere, alla stregua del campione sportivo che arriva secondo. Ma qui ci supporta la “psicologia del profondo”».