Mercoledì 24 Aprile 2024

Operaia denuncia vessazioni e lesioni: in tre a processo

Quando un posto di lavoro diventa come l’inferno: «La liquidazione? No, ti prendiamo a calci»

Il Tribunale di Massa dove è in corso il processo (foto di repertorio)

Il Tribunale di Massa dove è in corso il processo (foto di repertorio)

Massa, 26 gennaio 2015 - QUEL lavoro era per lei la salvezza dopo la chiusura della sua azienda travolta dalla crisi. Non poteva sapere che sarebbe stato l’inizio di un calvario, culminato con la depressione e la denuncia ai datori di lavori. Una storia delicata, legata ad un’altra denuncia presentate dalla donna (una 50enne di Montignoso) nei confronti degli ex datori di lavoro per la quale è in corso un altro prodimento. Gli imputati sono Luca Lossi, 40 anni di Forte dei Marmi, Francesco Bartelletti 36 anni di Seravezza e Emanuele Guglielmi 37 anni di Viareggio, difesi dall’avvocato Riccardo Lenzetti di Massa: per tutti l’ipotesi di reato è di mobbing che, a livello penale, si configura come lesioni colpose.

«Volevo vendere i macchinari – il racconto della 50enne ieri in aula – conoscevo uno di loro, intenzionato ad aprire uno scatolificio in zona: mi ha così proposto cedergli i macchinari e andare a lavorare da lui nella ditta ‘Fortem’». Ma stando alle accuse della donna, i problemi sono iniziati subito. «Secondo gli accordi avrei dovuto lavorare alle macchine, invece spesso finivo a fare le pulizie negli uffici. E io accettavo per mantenere buoni i rapporti,. Mi avevano promesso un’assunzione, ma mi hanno fatto un contratto di 6 mesi a 27 ore settimanali quando ne facevo 40».

Sono poi emerse anche alcune «differenze di trattamento» fra la 50enne di Montignoso e le altre due operaie. «Loro potevano fare straordinaio, io al termine del turno dovevo andare a casa. Mi è stato fatto anche un provvedimento disciplinare legato al confenzionamento di una scatola. Dulcis in fundo, non mi è stato rinnovato il contratto perchè lo scatolificio non andava bene. Mi sono dimessa per giusta causa». Nel corso dei mesi trascorsi al lavoro la donna ha accusato «problemi psicologici, prendevo antidepressivi».

Ulteriori nodi sono venuti al pettine quando la 50enne è andata a reclamare i soldi per i macchinari ceduti alla ditta dei tre imputati. «Non ne venivo a capo, poi su consiglio del mio legale ho registrato i dialoghi dei nostri incontri», riversati su un cd che ieri è stato ascoltato in aula, su indicazione del giudice Fabrizio Garofalo. «Quando ho chiesto 4000 euro per i macchinari e le ore fatte, uno dei tre mi ha risposto che mi avrebbe dato 4000 calci, che non capisco niente. Guglielmi invece durante le conversazioni cercava di arrivare ad un accordo», però mai concretizzato.

L’Inail le ha riconosciuto la malattia professionale e 19mila euro come danno biologico, per i problemi accusati dalla 50enne emersi (attacchi di panico e ansia in primis). Il legale degli imputati ha chiesto se la malattia professionale fosse riconducibile ai soli 6 mesi di lavoro con la Fortem o a situazioni precedenti. Il processo è stato aggiornato all’11 maggio.