‘Nuova linfa per il Bancarella. Rinsalderemo il rapporto coi librai’

Pontremoli: il neo presidente della Fondazione, Gianni Tarantola, anticipa il suo programma

Gianni Tarantola, a sinistra, con Donato Carrisi

Gianni Tarantola, a sinistra, con Donato Carrisi

Pontremoli, 5 dicembre 2011 - Il turn over alla guida della Fondazione Città del Libro ha portato alla presidenza Gianni Tarantola che sostituisce il professor Giuseppe Benelli, per anni il punto di riferimento del sodalizio. Figlio di un libraio che aveva il negozio a Milano a Porta Ticinese, il neo presidente ha trascorso la sua vita professionale tra libri e grafiche. E’ un esperto delle dinamiche editoriali visto che dopo il diploma di perito grafico all’Istituto milanese Rizzoli è stato manager di diverse aziende del settore. Per 16 anni responsabile delle riviste mensili e dei settimanali del Corriere della Sera e successivamente direttore all’Istituto Turati e Lombardi, che stampavano carte valori, all’Istituto grafico Bertella di Borgo san Dalmazzo e poi alla Canale di Torino. «Per rimanere ancora di più vicino alla carta stampata ho sposato Paola, figlia a sua volta dei librai Lazzarelli di Novara, ovviamente originari di Montereggio», premette Gianni Tarantola, che non pensava più a 71 anni di rimanere coinvolto nel nuovo progetto della Fondazione Città del Libro con l’intento di rilanciare la filiera dei premi Bancarella. Un obiettivo ambizioso in un momento di crisi dei premi letterari. Come si fa? «Innanzitutto occorre rinsaldare il rapporto con i librai che rappresentano la forza della Fondazione – afferma il presidente –. Non solo con i 200 votanti storici che sotto l’egida dell’Unione librai delle bancarelle e dell’Associazione librai pontremolesi hanno consentito ai premi di decollare, ma più in generale con tutte le librerie italiane. Poi occorre impostare un discorso nuovo con gli editori, soprattutto quelli che non hanno più partecipato al Bancarella per vari motivi legati a strategie commerciali. Occorre che ritornino ed è anche nel loro interesse visto che sono circa 13 milioni le copie vendute complessivamente dai libri inseriti nell’albo d’oro della manifestazione».Negli ultimi anni i libri della selezione finalista non sono sembrati tutti all’altezza…. <E’ vero, ma ciò è anche dipeso dalla ristrutturazione delle case editrici, con pochi gruppi che hanno assorbito la platea editoriale». Ma il Bancarella è commercialmente vincente ed è questa la molla che dovrebbe convincere le case editrici a rinnovare la loro partecipazione ai nostri premi. «Il Bancarellino sta andando bene, il premio sportivo invece soffre della carenza di produzione e comunque dovremo aprire il ventaglio della partecipazione, anche puntando sull’immagine dei grandi campioni dello sport che potrebbero essere coinvolti e diventare testimonial del premio». Poi c’è il Bancarella della Cucina. «Premiare libri di gastronomia è un’operazione culturale che riconosce un ruolo fondamentale alla civiltà della tavola. Siamo ad una svolta - conclude Tarantola - perché la tendenza è il passaggio dai ricettari ai romanzi che raccontano il cibo. E ciò è positivo perché alzano la soglia di interesse dei lettori».