Addio Evelina, fiore fragile. Tragedia a Marina di Carrara

Muore nota sportiva per una caduta in casa. Vana la corsa all'ospedale

La 39enne Evelina Falossi è morta a causa di una caduta in casa

La 39enne Evelina Falossi è morta a causa di una caduta in casa

Marina di Carrara, 25 luglio 2014 - «NON POSSO venire ad allenarmi perché mi fa male il ginocchio, ma sicuramente ci rivediamo tra qualche giorno», aveva scritto Evelina Falossi alla sua maestra di Zumba, Francesca Poggioni, lo scorso fine settimana. Un incidente in casa ha però spezzato la sua giovane vita. Se ne va a 39 anni, e lascia dietro di sé molto dolore, soprattutto tra i frequentatori della palestra Balance, che ormai l’avevano ‘adottata’ ed era conosciuta da tutti. La notizia della morte di Falossi, giunta nel tardo pomeriggio di ieri, ha gettato nello sconforto tutta Marina, zona dove la 39enne abitava e la stessa Balance. Falossi attualmente lavorava con il padre Romano nella concessionaria Volkswagen di San Terenzo, Lerici. La donna, da quanto raccontato dal suo primo soccorritore, è stata trovata ancora viva in casa dal compagno lunedì sera: la 39enne era caduta dalle scale e si era procurata una ferita alla testa. La donna, al momento del ritrovamento era a terra, circondata da una pozza di sangue.

IMMEDIATI sono scattati i soccorsi allertati dal compagno. Falossi è stata trasportata d’urgenza all’ospedale dell’Usl 6 di Livorno in tarda nottata. Un’operazione durata tutta la notte ha cercato di strapparla a morte certa. La donna, dopo l’operazione alla testa, non ce l’ha fatta ed è deceduta la mattina dopo. Le spoglie sono ora all’obitorio di Livorno in attesa che sul corpo venga effettuata l’autopsia. Successivamente verrà decisa la data e il luogo dei funerali. Gli amici la ricordano come una ragazza dolce, introversa, amante degli animali e dello sport, soprattutto dello zumba. Il dolore della palestra nel messaggio lasciato sulla pagina di Facebook: «Mi hai seguita passo passo, sei stata con noi fino all’ultimo! Ad ogni “zumbata” assieme, veniva timidamente fuori questo tuo sorriso. Eri fragile, eri debole, ma di fronte allo sport non ti fermavi mai. Tra i mille problemi che ci accompagnano ogni giorno, ti sei spenta e ci hai lasciati tutti con l’amaro in bocca e con il rimorso di non aver “fatto abbastanza”». La ricorda anche un’altra frequentatrice della palestra: «Quello che è successo oggi mi ha portato a riflettere molto. Spesso veniamo in palestra e siamo talmente presi dal nostro aspetto fisico da dimenticare che accanto a noi ci sono persone che lottano ogni giorno con problemi reali e veramente tragici. Non la conoscevo bene e forse avrò scambiato con lei poche parole, però mi dispiace tantissimo perché a 39 anni non si può e non si deve morire così».