Morì nel camion rovesciato alle cave, i familiari: "No all'archiviazione"

Il procedimento della tragedia che coinvolse Lurand Llanaij era contro ignoti. Gli stessi familiari chiedono ora nuove indagini LA SCENA DELL'INCIDENTE - VIDEO / FOTO

Il trentaduenne morto nella cava

Il trentaduenne morto nella cava

Carrara, 16 ottobre 2014 - No all'archiviazione del procedimento contro ignoti, con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, per l'incidente accaduto lo scorso 6 settembre alle cave di Carrara costato la vita a un camionista albanese di 32 anni. Ad opporsi alla richiesta avanzata dalla procura di Massa e' la famiglia di Lurand Llanaij, l'uomo che era alla guida del mezzo per provare, per la prima volta, i tornanti delle cave, era precipitato in una scarpata. Nell'incidente rimase illeso un suo collega che si trovava sul camion e riusci' a gettarsi fuori dalla cabina prima dello schianto. Attraverso un pool di legali e lo Studio 3A di Roma, specializzato in risarcimenti danni, la famiglia del 32enne si e' opposta alla richiesta della procura chiedendo nuove indagini. I familiari della vittima contestano il fatto che l'incidente sia imputabile a una manovra sbagliata del camionista nell'affrontare una rampa ripida e, soprattutto, il fatto che fosse alla guida in stato di ebbrezza come risulterebbe dall'esame dell'autopsia. "E' impossibile che alle dieci del mattino Lurand avesse quel tasso alcolemico nel sangue. Per tre ore ha guidato e il suo collega non si e' accorto di nulla? Forse andava fatto un esame istologico piu' accurato. E non ci risulta - spiegano i legali della famiglia - che siano stati eseguiti dei controlli sulla viabilita' delle cave e se tutto era in regola quella mattina e se a Lurand fossero stati spiegati i rischi durante la circolazione nei bacini marmiferi. Noi chiediamo solo giustizia".