Venerdì 26 Aprile 2024

Medico a processo per violenza: le accuse delle vittime

ll caso è approdato ieri in tribunale. La testimonianza di una delle pazienti. Due i casi denunciati

I carabinieri hanno condotto le indagini sulla vicenda

I carabinieri hanno condotto le indagini sulla vicenda

Licciana Nardi, 29 gennaio 2015 – «Ero andata lì per una visita, non mi aspettavo sarebbe finita così». Senza usare tanti giri di parole ha ricostruito la violenza subita dal medico, cui si era rivolta per una visita al seno, raccontando ai giudici e al pubblico ministero i contorti della accuse che hanno portato sotto processo Ermanno Ghio 55 anni, medico spezzino. Nel periodo delle denunce prestava servizio nello studio di un’ associazione senza fini di lucro di Licciana. L’accusa nei suoi confronti è di violenza sessuale; stando alle accuse, nel corso delle visite avrebbe baciato e toccato le sue pazienti nelle parti intime. Due le denunce nei suoi confronti, una delle vittime ha testimoniate nell’udienza precedente, ieri è stata la volta della seconda, una trentenne lunigianese accompagnata in aula da tutta la famiglia. Doveva farsi un normale controllo – la sua denuncia – ma durante la visita il medico avrebbe avvicinato la bocca al seno, fino a toccarlo. Dopo la visita la ragazza ha raccontato quanto accaduto ai genitori e al fidanzato, tutti chiamati ieri a testimoniare. «Era sconvolta – ha ricordato il giovane – non riusciva più a studiare con la consueta attenzione, faceva fatica a seguire gli esami all’università». Completamente stravolta anche la vita di coppia dei due ragazzi che successivamente si sono lasciati. «Nell’intimità avevamo problemi perchè lei era intimorita, dopo quella visita fra noi non è più stato come prima». «L’haccompagnato io alla visita – il racconto della madre della ragazza – quando è uscita era strana, taciturna, strana. Una volta tornati a casa si è chiusa in camera, poi è arrivato il fidanzato; li sentivo urlare, lei piangeva. Così le ho chiesto nuovamente cosa fosse successo e solo a quel punto mi ha raccontato della visita, della violenza subita dal medico. I segni di quel giorno sono rimasti. Ha paura di tutto, bisogna accompagnarla ovunque. E poi la notte si sveglia spesso in preda agli incubi. E’ cambiata». Ghio è finito sotto processo in base alle accuse mosse da due pazienti entrambe parte civile nel processo, assistite dagli avvocati Chiara Lorenzelli di Massa e Marco Moglia di Parma. Vicenda partita nel 2009 con la prima denuncia, cui si è aggiunta la seconda quando era già stata fissata l’udienza preliminare. Successivamente i due procedimenti sono stati riuniti, i carabinieri svolto le indagini del caso per verificare anche l’eventuale esistenza di altri casi simili. Il dottor Ghio (assistito dall’avvocato Massimo Gianardi di Spezia) ora può esercitare la professione ed è sempre rimasto a piede libero.

E ieri in aula ha parlato una terza donna a sua volta ex paziente del medico spezzino, coinvolta nel processo però non come parte lesa ma da testimone. Ha letto sul giornale quanto accaduto alle altre due pazienti e, soprattutto l’invito dei carabinieri a portare alla luce altri, eventuali, casi analoghi. Ricordando una visita negli studi dell’associazione di Licciana datata 2010, la donna ha raccontanto le sarebbe capitato un episodio analogo a quello capitato alle due pazienti: le sue accuse non sono però nel fascicolo del processo a carico del professionista chiamato a rispondere solo dei fatti contenuti nelle altre due denunce. «Dovevo fare un controllo di ruotine in particolare sotto le ascelle per verificare la presenza di linfonodi. Al che il dottore mi ha chiesto di controllare anche l’inguine». E qui, stando al racconto della donna, sarebbero nati i problemi «perchè sarebbe bastato abbassarmi i jenas, ma mi è stato chiesto di togliere anche le mutande. E’ stato un attimo, il medico mi ha toccata nelle parti intime. Sono andata via, ero sconvolta e mortificata». Processo rinviato al 24 giugno.