Manganese nell’acqua di falda. Amara sorpresa dal sottosuolo

Allerta a Marina dopo le analisi. Divieto di utilizzo senza depurazione

Un laboratorio di analisi (foto d'archivio)

Un laboratorio di analisi (foto d'archivio)

Massa, 29 marzo 2015 - INQUINAMENTO da manganese nelle acque di falda a Marina di Massa, con tutta probabilità triste eredità delle vecchie lavorazioni in zona industriale. La spiacevole scoperta è arrivata dalle ultime analisi, effettuate nemmeno un anno fa, nell’ambito del progetto di ampliamento della chiesa della Beata Vergine della Consolazione dei Servi di Maria in via Zini. Anche quest’area, prima Sin, è passata poi a Sito di interesse regionale, riducendo così i vincoli di intervento. Nel 2009 l’allora area Sin di Massa Carrara aveva già evidenziato inquinamento da manganese e ora, con il passaggio a Sir, i controlli sull’area devono essere effettuati per verificare lo stato attuale dell’inquinamento di terreno e falda, prima di poter concedere il rilascio del titolo abilitativo edilizio. I dati, analizzati da Arpat e dal consulente tecnico della parrocchia, il geologo Andrea Piccinini, hanno riscontrato l’assenza di inquinamento del terreno ma al tempo stesso il superamento della «concentrazione soglia di contaminazione (Csc)» per il manganese nelle acque di falda. Si tratta di un metallo inquinante, con effetti neurotossici e pericolosi per la salute, inalato o bevuto. Può anche avere un’origine naturale (o litologica) ma rispetto ai valori di fondo nel terreno (analizzati negli anni passati da Arpat) la presenza di inquinamento da manganese nelle acque di falda della zona di costa a Massa è molto più alta. Soprattutto si tratta di aree di falda inquinate a «spot», o a macchia di leopardo, come ha evidenziato lo stesso geologo Piccinini.

È MOLTO più probabile che l’origine dell’inquinamento del manganese nelle acque di falda della costa massese sia da ricercare nell’attività che si è svolta anni e anni fa all’interno della zona industriale e i cui tristi effetti sono ben lontani dall’essersi esauriti. Ed è difficile anche capire quale sia l’effettiva origine: la falda nella zona di Marina è una sola e scorre da nordest verso sudovest. L’inquinamento si sposta insieme alla falda, tanto è vero che fra i due strumenti di analisi utilizzati nell’area della parrocchia in via Zini la percentuale di inquinamento «cala» da monti a mare. Altro fattore che fa pensare alla vecchia attività industriale è il fatto che l’area si trovi nella zona d’ombra del Frigido e appunto della zona industriale; dato questo sempre rilevato dal geologo Piccinini. A Massa il problema inquinamento delle acque non è ancora superato e servirà un ampio progetto, e tanti milioni di euro, per bonificare tutta la falda. A ogni modo, come ha stabilito la conferenza dei servizi che si è svolta in Regione, la chiesa e la parrocchia non possono ovviamente essere ritenute responsabili dell’inquinamento della falda fa manganese così è stato autorizzato il rilascio del titolo edilizio da parte del Comune di Massa, sotto alcune condizioni: l’intervento di ampliamento non deve toccare le acque di falda; deve essere effettuata un’analisi semestrale dei livelli di inquinamento della falda; l’acqua di falda non potrà essere utilizzata per alcuno scopo, se non dopo adeguata depurazione.