Strage di pecore: è allarme fra gli allevatori

Un branco di lupi ha ucciso 13 ovini e feriti due. Nel mirino l’azienda di Giovanni Tognarelli. Ennesimo episodio in pochi giorni

Pecora sgozzata

Pecora sgozzata

Zeri, 5 settembre 2014 -   UN GREGGE di pecore all’alpeggio è stato sgozzato dai lupi l’altra notte nella frazione di Castoglio nel Rossanese. Agendo in branco hanno chiuso le loro fameliche zanne sul collo di 13 ovini nella frazione di Castoglio uccidendoli. Altre 3 pecore azzannate sono state ferite. I lupi continuano a fare strage di pecore sull’appennino tosco-ligure. Nelle scorse settimane sono stati registrati altri quattro assalti agli allevamenti zeraschi che lamentano una quarantina di capi abbattuti in poco tempo. Gli allevatori sono scesi sul piede di guerra perché il fenomeno si sta allargando e produce gravi danni all’economi a locale.

Il proprietario delle pecore colpite dall’incursione dell’altra notte è Giovanni Tognarelli, che ha seguito la stessa sorte delle colleghe Cinzia Angiolini, Barbara Conti e Patrizia Figaroli, i cui allevamenti sono stati « visitati » recentemente. Sul luogo dell’agguato si sono recati il personale del Corpo f orestale dello Stato e un veterinario dell’Asl che ha curato gli esemplari feriti e svolto gli accertamenti di rito per gli ovini deceduti. « Si tratta di un nuovo episodio di predazione presumibilmente attribuibile come i precedenti al lupo — sottolinea il c omando s tazione del la Forestale di Pontremoli — le modalità dell’attacco e la tipologia dei danni riscontrati fa pensare, secondo quanto riferito da esperti del comportamento di tale specie, ad attività predatorie destinate anche all’acquisizione da parte dei nuovi nati delle tecniche necessarie ad assicurarsi la sopravvivenza nei prossimi mesi invernali » . In pratica i lupi stanno insegnando ai piccoli le tecniche di caccia. « Se la presenza del lupo testimonia il raggiungimento di soddisfacenti condizioni ambientali , la tutela delle attività produttive in ambiente montano è essenziale per scongiurarne l’abbandono . Per questo è indispensabile ricercare ogni mezzo per impedire che anche nelle nostre vallate si determini una netta conflittualità tra il mondo ambientalista e quello produttivo, riportando invece a livelli ‘fisiologici’ l’aggressività del lupo nei confronti delle greggi » . Con il consolidarsi della presenza di nuclei di predatori sullo spartiacque ligure-toscano molti allevatori di fronte alle continue incursioni, dapprima sporadiche poi sempre più frequenti, avevano preferito abbandonare l’attività cedendo il gregge. Successivamente il crescente interesse per la pecora e l’agnello dello Zerasco, diventato un presidio dello Slow Food per le caratteristiche autoctone e biologiche avevano convinto molti allevatori a riaprire gli ovili puntando sulla zootecnia biologica per rilanciare la ruralità. E’ stato infatti realizzato il progetto di valorizzazione di questo tipico ovino autoctono attraverso un consorzio di produttori.

« PER TENTARE di trovare soluzioni a questo problema abbiamo coinvolto gli enti competenti — spiega il vicesindaco di Zeri Andrea Benelli — cominciando a convocare incontri all’Unione dei Comuni con la partecipazione della Provincia dell’Asl, delle confederazioni di categoria Cia e Coldiretti e associazioni di allevatori » . Già lo scorso anno poiché le predazioni stavano aumentando così si è mossa la Prefettura, che ha predisposto un tavolo tecnico presieduto dal Corpo forestale dello Stato. E’ stata poi firmata una convenzione tra Provincia e Comune di Zeri con la quale è stato costituito un gruppo tecnico coordinato dalla Forestale, con il compito di definire le modalità per avviare tempestivi accertamenti circa la natura dei predatori oltre che verificare lo stato di attuazione di strategie di prevenzione e contrasto degli allevatori agli assalti da parte dei selvatici.