La Lunigiana contro le Poste: "Gli sportelli non si toccano"

Corteo di protesta ad Aulla. Duecento cittadini in strada minacciano di chiudere i conti postali

Un ufficio postale (foto repertorio)

Un ufficio postale (foto repertorio)

Aulla, 23 agosto 2015 -  C’ERANO gli striscioni, i fischietti, i sindaci schierati in prima fila. E poi tanti cittadini, quasi duecento, uniti per evitare la chiusura di alcuni uffici postali. Ieri mattina le vie del centro di Aulla si sono animate di un lungo corteo che ha attraversato la città, proprio durante il giorno di mercato. Un corteo nato a difesa degli uffici postali di Caprigliola e Serricciolo, che chiuderanno il 7 settembre e di tutti gli altri, come quello di Filetto di Villafranca e di Vinca di Fivizzano.

La manifestazione, con ritrovo davanti al municipio, si è poi snodata lungo viale Resistenza per fare ritorno in sala consiliare. «Giù le mani dalle poste della Lunigiana», «Serricciolo non si tocca» erano gli slogan scritti sugli striscioni in apertura del corteo. Carlo Ermanni, megafono in mano, ha guidato la protesta, come ha fatto molte volte nel suo paese di Caprigliola. «Il 7 settembre si chiude – ha esordito il sindaco di Aulla Silvia Magnani –, non possiamo accettare le chiusure, avevamo fatto ricorso tutti assieme, sono in programma un’altra manifestazione regionale e un piano per proporre motivi aggiuntivi per il ricorso. Molti tar, in altre regioni, hanno dato ragione ai comuni. L’atteggiamento di Poste è vergognoso: prima si diceva che avremmo discusso assieme, invece non è andata così».

Ad Aulla anche il presidente di Uncem Oreste Giurlani. «Quasi sessanta comuni subiscono le chiusure in Toscana - ha esordito - stanno manifestando ovunque, la gente paga le tasse e ha diritto ad avere servizi. Non esistono solo le grandi città, ma anche quelle piccole, in territori marginali.  Molti comuni sono disposti a pagare affitti, utenze per evitare le chiusure». Ricordiamo che sono state raccolte, in tutta la nostra regione, decine di migliaia di firme. C’era anche l’onorevole Martina Nardi, che ha sottolineato quanto sia importante combattere tutti assume questa battaglia. «Noi che viviamo in comuni montani - ha detto poi Riccardo Ballerini, sindaco di Casola e neopresidente dell’Unione dei Comuni - , dovremmo essere agevolati più degli altri e avere i servizi per continuare a vivere dove siamo nati». Paolo Grassi, sindaco di Fivizzano, difenderà a spada tratta il suo piccolo ufficio di Vinca. A dare sostegno anche il sindaco di Tresana Matteo Mastrini. «Le Poste sono lo Stato - ha detto -, la Regione ha convenzioni con la società, deve interromperle e i cittadini devono togliere i conti postali». «Anche Villafranca perderà una filiale importante, quella di Filetto - ha aggiunto l’assessore Davide Barater -. ‘Poste’ dice che tenere aperti i piccoli uffici è antieconomico, i dati sul loro utilizzo però dicono altro, nei Comuni montani». C’erano poi i sindacati: Giuseppe Bardi della Cgil e Fabio Galletti della Cisl, hanno evidenziato i numerosi tagli degli ultimi anni, auspicando che si possano evitare quelli di settembre.

Monica Leoncini