Lucio Barani: 4 ore per spiegare la sua estraneità

La procura di Massa gli contesta rimborsi illeciti di cui avrebbe usufruito tra il 2004 e il 2009 periodo in cui era sindaco di Villafranca e parlamentare a Roma

BARANI CON I SUOI AVVOCATI ESCE DAL PALAZZO DI GIUSTIZIA

BARANI CON I SUOI AVVOCATI ESCE DAL PALAZZO DI GIUSTIZIA

VILLAFRANCA, 21 ottobre 2014 -  IL SENATORE Lucio Barani è stato di parola, aveva detto che avrebbe parlato 4 ore per spiegare la sua totale estraneità alle accuse di peculato e truffa per presunti doppi rimborsi quando rivestiva la carica di sindaco di Villafranca e parlamentare ed aver partecipato alle riunioni di giunta quando era infortunato per una caduta in casa. E così è stato. Ieri, con il garofano rosso orgogliosamente appuntato al taschino della giacca, si è seduto davanti al gup Antonia Aracri, che deve decidere se mandarlo o meno a processo, alle 10,45 per rendere spontanee dichiarazioni ed è uscito alle 14,50 attorniato dai suoi avvocati e trascinando una valigia piena di documenti. La procura di Massa gli contesta rimborsi illeciti di cui avrebbe usufruito tra il 2004 e il 2009 periodo in cui era sindaco di Villafranca e parlamentare a Roma. Un totale di circa 8mila euro per trasferte e missioni che la procura ritiene non istituzionali come il ricevimento a Roma all’ambasciata della Tunisia e a cui avevano partecipato anche altri quattro indagati solo per peculato e per cifre modeste e vale a dire Oscar Romiti, all’epoca consigliere comunale a Villafranca, gli ex assessori Fabio Locciola (Forza Italia) e Franchino Bassignani (Nuovo Psi) e il dirrigente dell’ufficio finanze del Comune di Villafranca Alfeo Bragoni. “Io non mi sono difeso dalle accuse — ha spiegato poi Barani al termine dell’udienza — ma ho elencato tutti i regolamenti e le leggi a cui mi sono attenuto per il mio comportamento virtuoso, serio, quando ero sindaco a Villafranca. In 2000 giorni di amministrazione mi contestano una quarantina di rimborsi e missioni legittime legate alla mia attività. Lo prevede la legge e non dovevo chiedere autorizzazione a nessuno. La procura ha accertato che le missioni ci sono state e ho dimostrato che non c’è una sola ricevuta legata ad un doppio rimborso. Io addirittura anticipavo i soldi del Comune e ho pagato per due ex assessori che erano disoccupati e a cui non potevo chiedere di anticipare i soldi del viaggio.

​Il viaggio a Roma all’ambasciata tunisina? Io avevo la delibera di gemellaggio, ma scherziamo — ha aggiunto Barani —, allora non facciamo più il sindaco e sarebbe stato un attacco alla costituzione se non avessi potuto autorizzare una missione istituzionale. E allora, i 400 amministratori che domenica sono andati alla marcia della pace ? Li inquisiamo tutti?”. Sull’accusa di truffa: “Io ho riportato un ematoma costale, documentato da due Tac, da due risonanze magnetiche, da quattro specialisti. Avrei truffato l’assicurazione perché sarei andato in Comune. Un paradosso. Potevo anche andare alle Maldive, contava l’infortunio temporale. E perché l’assicurazione mi ha denunciato dopo 4 anni? E’ stata costretta. Ho lasciato 70mila euro al Comune di Villafranca: mi spettavano per missioni, gettoni di presenza. Li ho lasciati lì e mi dicono che ho causato un danno per 2mila euro”. Il gup deciderà il 24 novembre. di GUIDO BACCICALUPI