Malore in bici, la morte del giovane ciclista, il padre: "L'ho salutato e non l'ho più visto"

Moreno Castagnoli racconta suo figlio: "Era un grande sportivo, aveva giocato a calcio, poi era iniziata la passione per le due ruote"

Luca Castagnoli durante una delle ultime corse ciclistiche a cui ha partecipato

Luca Castagnoli durante una delle ultime corse ciclistiche a cui ha partecipato

Massa, 25 agosto 2015 - «L'ho salutato prima che partisse in bicicletta. Era in salute, forte, mai avuto un problema, ma non è più tornato». Così Moreno Castagnoli ricordava attimo per attimo l’ultima volta che ha visto suo figlio Luca. Con la gentilezza di chi ormai è sopra alle piccole cose del mondo, papà Moreno ha continuato: «Eravamo usciti per far colazione insieme. Con noi c’era anche un amico di famiglia ed il ragazzo che domenica mattina era il suo compagno di sgambata. Eravamo tranquilli, scherzavamo. Era il mio compleanno».

La voce calma di papà Moreno si è per un momento interrotta sopraffatta dalla commozione. Moreno Castagnoli è stato avvertito dall’amico di Luca, che era partito in bici con lui, che suo figlio aveva avuto un malore. «Mi ha chiamato il suo amico, si – continua Moreno –. Sembrava tutto tranquillo finché non ha sentito una sorta di gemito provenire da Luca e poi lo ha visto sbandare prima di cadere a terra. Ha chiamato subito il 118 e me ma non c’è stata speranza per Luca. Aveva sempre fatto sport – continua il padre – da ragazzino giocava a calcio. Poi è sbocciato l’amore per il ciclismo».

Di suo figlio che ha riposato ieri notte per l’ultima volta a casa, circondato dal dolore e dall’amore dell’intera comunità di Casale, non restano che proprio questi ricordi. «Lo abbiamo voluto di nuovo per una volta a casa – continua il padre – e non abbiamo voluto che fosse operata su di lui l’autopsia. Luca non c’è più e questo è già abbastanza». Qualcosa di Luca però è rimasto, in questo mondo. Da qualche parte i suoi occhi continuano a vedere. «Secondo i medici non è stato possibile espiantare altri tessuti o organi ma abbiamo voluto donare le cornee, nella speranza che torni a vedere attraverso gli occhi di qualcuno che ne aveva bisogno».