Lo scandalo del centro congressi della Provincia: chiuso da anni nonostante il finanziamento regionale

Fermi i 180 mila euro erogati da Firenze per l'adeguamento antincendio della struttura di Marina. Buffoni: "La riapriremo entro fine anno"

Massa, 31 gennaio 2015 - IL CENTRO congressi in via San Leonardo a Marina di Massa (ex Apt) tornerà finalmente a disposizione della città dopo 4 anni. La struttura fu dichiarata inagibile all’inizio del 2011 e da allora è rimasta chiusa a chiave e inutilizzata. Un vero spreco visto che si tratta dell’unico centro congressi di proprietà pubblica sul territorio comunale con una enorme sala plenaria, da 250 posti a sedere, dotata di open space, e altre 4 sale in grado di ospitare dalle 20 alle 70 persone.

Già a marzo del 2012 l’allora amministrazione di  Palazzo Ducale, guidata dal presidente Osvaldo Angeli, approvò il progetto preliminare per i lavori necessari a ottenere il certificato di prevenzione incendi (Cpi) e di manutenzione straordinaria dell’immobile. L’importo complessivo degli interventi era di 300mila euro, finanziati dalla Regione Toscana con 180mila euro; i restanti 120mila li avrebbe messi a bilancio nel 2013 la stessa Provincia. Il progetto rimase però su carta. Nel frattempo i vigili del fuoco, a giugno del 2012, avevano pure approvato il progetto preliminare dei lavori necessari per il Cpi redatto dall’ingegnere Igor Carpita di Carrara. Il passo successivo era quello di andare alla progettazione esecutiva e alla realizzazione delle opere, sia per il Cpi sia per la manutenzione straordinaria.

E il 31 dicembre del 2014 la Provincia ha finalmente trovato la volontà di completare il progetto affidando sempre all’ingegnere Carpita la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori per l’adeguamento antincendio del Centro congressi di via San Leonardo (20.706 euro il compenso del professionista). «Per ottenere il certificato i tempi saranno abbastanza brevi – ha garantito il presidente della Provincia, Narciso Buffoni –. I fondi per restaurarla ci sono e l’intenzione, l’impegno che mi prendo, è di restaurare la struttura entro la fine dell’anno. D’altronde non è davvero possibile, non è sostenibile, avere una struttura di quel tipo in città e non utilizzarla».