«La super-Asl per tagliare i costi? Ci aveva già pensato Napoleone»

De Lauretis: si torna a una vecchia suddivisione. Che farà risparmiare

La direttrice generale dell’Asl1, Maria Teresa De Lauretis

La direttrice generale dell’Asl1, Maria Teresa De Lauretis

Massa Carrara, 22 ottobre 2014 - SARA’ UNA mega Asl con un budget di 2 miliardi di euro e quasi 15mila dipendenti. Stiamo parlando dell’Asl Zona Costa che il governatore Rossi intende far nascere. L’idea, comè noto, è tagliare drasticamente le aziende sanitarie esistenti oggi in Toscana, facendole scendere da 16 a 3. Per capire cosa potrebbe succedere sotto le Apuane, abbiamo rivolto alcune domande al direttore generale dell’Asl Maria Teresa De Lauretis. Ecco le sue risposte. Dottoressa, cosa ne pensa del progetto Rossi? «Sono favorevole». L’Asl di Massa Carrara con chi sarà accorpata? «Quest’Asl si unirà con quelle di Pisa, Viareggio, Lucca e Livorno». Condivide questo criterio geopolitico? «Lei non lo sa ma ci aveva già pensato Napoleone». Prego? «Sì, Napoleone aveva diviso la Toscana in tre zone e l’Asl Zona Costa corrisponde più o meno a quella che lui aveva individuato come l’area Mediterraneo» Complimenti per i ricordi storici ma l’idea di Rossi non nasconderà altri tagli alla sanità? «Il budget della nuova Asl sarà di circa 2 miliardi . Sarà più facile risparmiare l’1%. E comunque quando bisogna tagliare i costi si aguzza l’ingegno. Se non c’è la spinta del bisogno, non si cambia». Salterà qualche testa? «Quello sarà il primo risparmio. Ci sarà un solo direttore generale mentre oggi sono cinque. Stesso discorso per i direttori amministrativi. I direttori sanitari, invece, resteranno cinque. E’ giusto che ci sia un responsabile sanitario per ogni zona». Difficile pensare che sarà l’unico risparmio.  

Non basterebbe... «Anche facendo un solo bilancio anziché cinque si risparmia. Poi si razionalizzeranno le segreterie e gli uffici. Sarà anche più facile ottenere sconti e tagliare eventuali sprechi». E i servizi? «L’Asl vasta ci permetterà di continuare sulla strada che abbiamo già iniziato a percorrere, ad esempio con il 118. In futuro il 118 dovrà gestire tutta l’area vasta». Non ci saranno rischi per gli ospedali più piccoli, tipo Pontremoli e Fivizzano? «Non credo. Abbiamo già tracciato la strada, che è quella delle vocazioni. Ognuno avrà il suo target. Intendiamoci. Gli utenti hanno già scelto. I dati dicono che il 95% degli utenti usa le strutture dell’area vasta. Massesi vanno a Viareggio o Pisa, da Viareggio qualcuno viene a Massa. Dove c’è più casistica c’è più qualità. Non si possono più fare 10 interventi oncologici qui e 10 in un secondo ospedale. Si deve concentrare per avere più qualità. Ma se saremo tutti in rete, miglioreranno anche le relazioni e le prestazioni. E quando migliorano le prestazioni si riducono anche i costi Quanto tempo ci vorrà per questa rivoluzione, per ora solo annunciata? «Nel primo gennaio 1995 le Asl passarono da 40 a 16. Ma per ottenere questo risultato abbiamo dovuto lavorarci per tutto il 1994. Ora è più facile perché l’informatica è andata avanti. Adesso ci sono molte più cose che si conoscono, a partire dalle persone e dai trattamenti». Ma la politica ha i suoi tempi... «Certo, i tempi sono quelli necessari all’approvazione di una legge regionale. Di sicuro qualche mese». Sbaglio o avete già messo mano anche ad altri accorpamenti? «Le Asl di Massa Carrara, Pisa, Viareggio, Lucca e Livorno hanno già un coordinamento di area vasta. Ha una funzione di programmazione ospedaliera ma strada facendo ci siamo resi conto che senza organizzazione è difficile proseguire». A proposito, chi coordina questo coordinamento? «La sottoscritta». ​Andrea Luparia