Il corteo funebre per il cavatore morto
Carrara, 4 settembre 2015 - Volano in cielo i palloncini gialloblù e bianconeri, come per voler abbracciare colui che, una settimana domani, ha lasciato l’affetto dei suoi cari. Brunello Maggiani, 47enne cavatore, morto sul lavoro quella tragica mattina di sabato, è stato salutato da una marea di persone. Ieri pomeriggio davanti all’obitorio erano più di duemila: parenti, amici, colleghi cavatori, amici di pesca sportiva, anarchici. Tutti insieme per onorare con il giusto saluto una persona ben voluta e amata da tutti, un gran lavoratore, un carattere buono e solare.
«Ho fatto la brava, non potete portarmelo via»: ha detto piangendo la sorella Marina mentre teneva una mano sul feretro. Vicino a lei, la madre di Maggiani, Vittoria, ormai senza più lacrime, martoriata in questi anni da altri tragici lutti familiari. Nessuna cerimonia religiosa per il cavatore. Il corteo funebre è partito dall’obitorio dell’ospedale di Monterosso. Il lungo cordone umano ha proseguito fino in piazza Garibaldi, dove la bara del 47enne è stata trasportata a braccio da 4 amici del cavatore deceduto a seguito delle lesioni interne riportate a causa della caduta dalla bancata, mentre stava lavorando per staccare una lastra di marmo.
La bara è stata trasportata fino in piazza Duomo, dove il corteo si è fermato alcuni minuti davanti alla sede provvisoria del Germinal Fai, luogo dove Maggiani spesso si intratteneva con gli amici per trascorrere qualche ora in serenità dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro al monte. Due fasce di palloncini, una gialloblù, colori che ricordano una grande passione di Maggiani, la Carrarese, l’altra bianconera, Juventus, sono stati liberati in aria. Un applauso ha salutato Maggiani. Sulla bara, oltre ai fiori anche una maglia autografata dai giocatori azzurri e una della Vecchia signora, regalata dagli amici del cuore di Maggiani. La salma riposa ora al cimitero di Turigliano.