Infiltrazioni tossiche

Buona domenica

Franco Antola

Franco Antola

Massa, 25 gennaio 2015 - E ora si scopre che tutti lo sapevano. Tutti erano a conoscenza che sotto le case, sotto i capannoni, vicino allo stadio, in periferia come a due passi dal centro, erano sepolte quantità inimmaginabili di porcherie. Rifiuti solidi, ma anche veleni veri e propri, di quelli che possono minacciare anche le falde. Possibilità tutt'altro che remota, se è vero che già nel lontano 1991, in un quartiere dai rubinetti usciva acqua dall'odore di cherosene. Ci furono sopralluoghi, si mosse anche la magistratura. E poi? Poi niente. Tutto dimenticato, o quasi. Sepolto sotto qualche soletta di terra o, nei casi più gravi, di cemento. Giusto per evitare infiltrazioni. Eh già, le infiltrazioni: se ne parla spesso quando si ha a che fare con questa materia e non solo per indicare la contaminazione dell'ambiente. Ma il discorso porterebbe lontano. Per ora c'è solo da prendere atto che l'esperto incaricato dell'aggiornamento del "quadro conoscitivo geologico del Regolamento urbanistico" ha alzato il velo su una situazione da far rizzare i capelli. Un quadro tanto più preoccupante perché certe situazioni erano già ben note da prima degli anni Novanta e che in tutto questo tempo poco si è fatto per risanarle, ancor meno per punire i responsabili. Ricapitoliamo qualche numero: sessanta siti "sospetti", quattordici discariche autorizzate e presenti negli archivi di Arpat, Regione, Provincia e Comune, di cui si è "persa memoria", quindi di fatto sconosciute e mai monitorate. Sei discariche riconosciute come tali, ma escluse dal Piano regionale di bonifica del 1998. E nell'elenco ci sono siti "sensibili" come quello vicino allo Stadio, di via Del Duca, o quello sotto il parcheggio di un centro commerciale. Uno scenario inquietante, in parte ben conosciuto e in parte scoperto con la cosiddetta tecnologia Lidar. Insomma un disastro. Va detto che la situazione è tornata alla luce nel quadro di un complesso iter che dovrebbe portare al risanamento dei siti più inquinati. Il sindaco ci ha assicurato che le verifiche andranno avanti spedite. Dopo di che si userà la mano pesante nei confronti dei responsabili della devastazione. Più facile a dirsi che a farsi, visto che - per dirne una - in alcuni siti si sono costruite case o strutture produttive. Sappiamo bene che la situazione è in gran parte compromessa e restituire salubrità a certi territori sarà davvero impresa ardua. C'è solo da augurarsi, ora, dopo le nuove rivelazioni, che nessuno possa accampare altri alibi. Il quadro è piuttosto chiaro, anche se c'è il fondato timore che se le verifiche saranno efficaci, molto altri "accumuli sospetti" salteranno fuori, magari in luoghi abitati e frequentati dalla gente. La speranza è che qualcuno paghi per gli oltraggi inflitti al territorio in tutti questi anni di sostanziale impunità. E soprattutto che una volta individuati, questi "depositi nascosti" di schifezze vengano davvero bonificati. Con tutte le annesse "infiltrazioni". Buona domenica.

[email protected]