Aggredisce una vigilessa e la prende per il collo: donna incinta condannata

E' successo durante una corsa ciclistica

La pattuglia di vigili urbami era intervenuta per sedare una discussione nata a margine della corsa ciclista (foto d’archivio)

La pattuglia di vigili urbami era intervenuta per sedare una discussione nata a margine della corsa ciclista (foto d’archivio)

Massa, 30 aprile 2016 -  L’AUTO aveva appena attraversato il ponte di Castagnola dopo il «via libera» della polizia municipale, perché a momenti da lì sarebbero passati i ciclisti del «Gran Premio Liberazione». Ma una volta al di là del ponte i passeggeri dell’auto hanno litigato con un tifoso che, insultandoli, li accusava di aver pericolosamente «occupato» il percorso di gara. Era nata una discussione tanto animata da rendere necessario l’intervento di una pattuglia della polizia municipale in servizio nelle vicinanze. Cosa sia successo dopo, è stato ricostruito nel processo a carico di Martina S., 40 anni originaria dell’Est Europa, condannata ieri in tribunale per lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale.

Il giudice Elisabetta Congiusta l’ha condannata a 7 mesi (pena sospesa) oltre a 2000 euro di risarcimento alla vigilessa costituitasi parte civile, assistita all’avvocato Maria Grazia Menozzi; l’imputata (incensurata) era invece difesa dall’avvocato Stefano Rossi. Stando alle accuse la ragazza (incinta all’epoca dei fatti) si trovava a bordo dell’auto accusata dal tifoso di intralciare il tracciato di gara, era quindi scesa insieme agli altri passeggeri, salvo poi entrare in contatto con la vigilessa che si era avvicinata per capire cosa stesse succedendo. Secondo le accuse mosse dalla procura (pubblico ministero Siciliani) sulla base delle testimonianze raccolte, la 40enne ha preso il per il collo la vigilessa ferendola in modo non grave. Diversa invece la ricostruzione di altri testimoni: la vigilessa avrebbe afferrato Martina S. per un braccio e quest’ultima nel divincolarsi ha allargato un gomito colpendola senza volere. Per il giudice però la ragazza ha aggredito deliberatamente la vigilessa: da qui, la condanna.